Il tribunale di Girona ha condannato a 15 anni di reclusione il ceceno Rassoul Bissoultanov per l'omicidio di Niccolò Ciatti, morto il 12 agosto 2017 a Lloret de Mar (Spagna) dopo un pestaggio in discoteca. Il pubblico ministero Victor Pillado aveva chiesto per l'imputato una condanna a 24 anni. "Il Presidente del Tribunale di Girona ha inflitto la pena minima di 15 anni. Penso dovrebbe studiare la parola Giustizia", ha commentato il verdetto su Facebook Luigi Ciatti, il papà di Niccolò.
La condanna
Il verdetto di condanna per il 27enne ceceno, accusato di omicidio volontario, era stato emesso dalla giuria popolare del tribunale spagnolo lo sorso 3 giugno. Ma la sentenza del giudice togato, che ha inflitto 15 anni di carcere a Bissoultanov, è stata depositata quest'oggi. Il procuratore Victor Pillado aveva chiesto 24 anni di carcere e 9 anni di libertà vigilata per l'imputato. "Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti - erano state le parole di Pillado -, dobbiamo una condanna giusta e responsabile". Secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo, l'entità della pena da applicare per il reato di omicidio volontario di una persona indifesa oscilla tra i 15 e i 25 anni. In tal caso, dunque, il giudice ha applicato la pena minima prevista. Stando quanto si apprende dalle prime indiscrezioni, la famiglia Ciatti non esclude di impugnare la sentenza facendo ricorso per reclamare una pena maggiore per il condannato. Lo ha confermato all'Adnkronos l'avvocato Agnese Usai, legale della famiglia di Niccolò: "Adesso in tempi rapidissimi valuteremo l'eventuale impugnazione della sentenza, atteso che i termini dell'impugnazione nell'ordinamento spagnolo sono brevissimi. - ha assicurato Usai - Ora va letta tutta la motivazione, l'interpretazione delle norme e la considerazione puntuale delle prove per capire se non sia stata valutata qualche testimonianza nel percorso motivazionale".
Le reazioni
"Il Presidente del Tribunale di Girona ha inflitto la pena minima di 15 anni. Penso che dovrebbe studiare la parola Giustizia. Giustificare una sentenza del genere con 'per quanto possa sembrare duro ai parentì credo che veramente dovrebbe cambiare lavoro. Ci troviamo di fronte persone che dovrebbero essere dalla nostra parte e invece sono al fianco degli assassini. Siete la vergogna di un mondo civile", è stato il commento a caldo del papà di Niccolò, Luigi Ciatti. Poi ha aggiunto: "Quando tornate a casa avete il coraggio di guardare negli occhi i vostri figli?". Per l'omicidio del 21enne di Scandicci (Firenze) è in corso un processo anche in Italia, a Roma, che riprenderà l'8 luglio.
Lo scorso 22 giugno la Corte d'assise capitolina ha respinto l'istanza avanzata dalla difesa di Bissoultanov, con cui si chiedeva di chiudere il processo italiano per il principio del ne bis in idem (il principio per cui una persona non può essere processata due volte per lo stesso reato ndr) dopo la sentenza di condanna di primo grado pronunciata in Spagna.
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