"Fu omicidio volontario". Ma per il killer di Niccolò non ci sarà l'ergastolo

Condannato il ceceno Bissoultanov, la pena nei prossimi giorni. Papà Ciatti: "Temiamo scappi"

"Fu omicidio volontario". Ma per il killer di Niccolò non ci sarà l'ergastolo

Può una sentenza fare, davvero, giustizia? È una domanda «eterna», cui nessuno può dare risposta. O forse sì. Almeno a giudicare dalla sentenza emessa ieri dal Tribunale di Girona, in Spagna. Un verdetto che lascia senza parole, e senza più lacrime, la famiglia di Niccolò Ciatti. Che senso ha una condanna a 24 anni (con «9 anni di libertà vigilata») per l'assassino di un giovane innocente di 22 anni? Niccolò era il figlio per bene che ogni genitore vorrebbe. Chi lo ha ammazzato - senza motivo, ma per pura crudeltà - «voleva ammazzarlo»: lo hanno ammesso anche i giudici, certificando l'accusa di «omicidio volontario». E allora che senso hanno quei «9 anni di libertà vigilata» chiesti, e ottenuti, dalla pubblica accusa? E che senso ha «l'assoluzione» per il complice dell'assassino «che sferrò un calcio alla testa di Niccolò come se si trattasse di un pallone»?

Se lo chiederanno per il resto della vita chi non ha mai smesso di amare Niccolò, ucciso fuori da una discoteca in un giorno di vacanza: «Non volevamo vendetta. Chiedevamo solo giustizia». Ma la l'amara sensazione è che non abbiano ottenuto neppure questa. I tecnicismi giuridici del diritto iberico assicurano che «non si poteva andare oltre» nella condanna di Rassoul Bissoultanov, 29 anni, il cittadino ceceno fanatico di arti marziali che sferrò il colpo letale durante il pestaggio bestiale che vide come vittima il 22enne toscano, assassinato nell'agosto del 2017 a Lloret del mar. Sarà ora il giudice, in un secondo momento, a stabilire l'effettiva entità della pena che recepirà la richiesta dell'accusa già ratificata dalla giuria popolare. Intanto il killer resta a piede libero. Clamorosamente assolto, invece, l'amico di Bissoultanov, Movsar Magomadov che pure (il terrificante video dell'aggressione lo dimostra) ebbe prese parte al linciaggio che proseguì anche con l'italiano inerte a terra e privo di sensi.

Niccolò Ciatti, originario di Scandicci (Firenze), venne massacrato senza motivo la notte tra l'11 e il 12 agosto di 5 anni fa in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, dove si trova in vacanza con alcuni amici.

Ieri alla lettura della sentenza erano presenti i familiari di Niccolò, con il padre Luigi e la madre Cinzia, assistiti dai loro legali. Nella sua requisitoria il procuratore spagnolo ha ricordato: «Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti, dobbiamo emettere una condanna giusta e responsabile». Imputato nello stesso processo anche il ceceno Movsar Magomadov, 27 anni, che per la procura «non ha avuto responsabilità nell'omicidio», mentre i legali della famiglia Ciatti lo ritengono «altrettanto colpevole». La giuria popolare lo ha assolto Magomadov da ogni accusa.

«Non pensavo che con un calcio alla testa potessi ucciderlo», ha tentato di difendersi in aula Bissoultanov. Lo scorso 20 maggio la Cassazione ha annullato la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, estradato dalla Germania in Italia e scarcerato il 22 dicembre 2021 dai giudici della Corte d'Assise di Roma. Il ceceno nel frattempo però è tornato in Spagna dove per lo stesso caso era già stato aperto un processo (quello che si è concluso ieri ndr).

La vicenda giudiziari in Italia non è ancora conclusa: anche nel nostro Paese infatti si celebrerà un nuovo processo, così come disposto nello scorso marzo dai giudici della III Corte d'Assise di Roma respingendo l'istanza della difesa del ceceno Bissoultanov. Il dibattimento si aprirà a Roma il prossimo 8 giugno. Con l'imputato contumace, o in fuga chissà dove. Magari approfittando della «libertà vigilata». Come teme il papà di Niccolò.

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