Martellate, poi il fuoco L'omicidio choc di Stefania: 30 anni per l'assassina

Condannata a trent'anni di carcere Chiara Alessandri, la donna che diede fuoco alla moglie dell'uomo con cui aveva avuto una breve relazione sentimentale

Martellate, poi il fuoco L'omicidio choc di Stefania: 30 anni per l'assassina

È stata condannata a 30 anni di carcere Chiara Alessandri per l'omicidio di Stefania Crotti, moglie dell'uomo con cui aveva intrattenuto una breve relazione extraconiugale nei mesi precedenti all'omicidio noto alle cronache come "Delitto di Gorlago". Il pm Teodoro Cantanati, che aveva chiesto l'ergastolo per l'imputata, ha contestato l'aggravante della premeditazione e l'oppressione di cadavere: Alessandra prese a martellate Stefania e ne diede alle fiamme il corpo nel gennaio del 2019, a Erbusco, nel Bresciano.

Amori conflittuali

Un delitto passionale in cui si trecciano i fili due relazioni giunte al capolinea. Da una parte ci sono Stefania Crotti e Stefano Del Bello, rispettivamente 42 e 44 anni, mentre dall'altra c'è Chiara Alessandri, 43 anni, milanese di Rho residente a Gorlago (Bergamo), città dove si è spostata e cresce i suoi 3 figli prima del divorzio. Stefano e Stefania sono una coppia affiata ma, dopo 8 anni di matrimonio, decidono di separarsi nonostante l'amore condiviso per la figlia Martina di 7 anni continui a mantenere vivo il loro legame. L'uomo decide di lasciare il tetto coniugale e, per qualche mese, va a vivere da solo in un monolocale. Ciononostante, la sera fa rientro dalla sua famiglia in attesa che la bimba si abitui alla nuova condizione familiare. Durante questo breve periodo, conosce Chiara Alessandri, anche lei reduce da un divorzio. I due si frequentano, si vedono spesso, ma la storia stenta a decollare. Almeno, non per Stefano che dopo un po' decide di ricongiungersi con la moglie. All'inizio, Chiara sembra aver accettato la rottura; di tanto in tanto incontra Stefania all'uscita della scuola dove entrambe accompagnano i rispettivi figli. La donna, all'apparenza, sembra serena: dentro cova una rabbia incontrollata per quella che ha identificato come la sua rivale in amore.

Il delitto

Stefania Crotti muore in circostanze drammatiche nel pomeriggio del 17 gennaio 2019. Alle ore 15.30, terminato il turno di lavoro alla Pmg di Cenate Sotto, la donna viene fermata da un giovane mentre si sta mettendo alla guida della sua Lancia Y: dice di essere un amico di Stefano e che gli stanno organizzando una festa a sorpresa per il compleanno. Stefania gli crede e lo segue fino ad un garage dove, stando a quando riferisce lo sconosciuto, stanno allestando il party. Ma dietro alla saracinesca del box c'è Chiara Alessandri: l'aggredisce con 20 colpi di martello al cranio poi, carica il corpo già senza vita della donna in auto con l'intento di disfarsene nelle campagne del Bresciano. Giunta ad Erbusco cosparge il cadavere con un liquido infiammabile e le dà fuoco. Intanto, Stefano si rivolge ai carabinieri per denunciare la scomparsa della moglie. All'inizio, si pensa ad un allontanamento volontario ma l'ipotesi viene subito archiviata dopo il ritrovamento di un corpo carbonizzato in un'area inconta poco distante da Gorlago. Si tratta di Stefania: la fede con incisa la data del matrimonio e un tatuaggio sul braccio ''believie" sono tutto ciò che resta, i dettagli non trascurabili di un omicidio atroce. Scongiurata l'eventualità che possa essere stato il coniuge ad architettare il mostruoso delitto, tutti gli indizi ricadono su Chiara Alessandri. I nastri acquisiti dalle telecamere di sorveglianza cittadina fugano ogni dubbio: la sospettata viene prelevata dalla sua abitazione in piena notte e condotta negli uffici di via Delle Valli a Brescia. "Non sono stata io", nega e rinnega con forza. Poi, messa sotto torchio, alle 6 del mattino crolla: "Non volevo ucciderla, volevo solo un chiarimento...".

Condanna a 30 anni di carcere

Per i giudici del Tribunale di Brescia, è la 44enne, madre di 3 figli minori, l'artefice ed esecutrice del piano diabolico messo in atto con la complicità di un amico il 18 gennaio 2019. Stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, il pm Teodoro Cantanati, che aveva chiesto l'ergastolo, ha contestato all'imputata l'omicidio premeditato e la sopressione di cadavere, reato assorbito dall'omicidio. Lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato ha decrementato la pena a trent'anni. Difesa dall'avvocato Gianfranco Ceci, nell'udienza del 27 febbraio scorso, Chiara Alessandri aveva ammesso di aver colpito Stefania con il martello ma, a suo dire, la vittima l'avrebbe colpita per prima. Tuttavia, le prove raccolte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo in questi mesi hanno subito confutato la sua versione dei fatti.

"Io credo che la pena debba essere l'ergastolo", ha dichiarato Stefano Del Bello prima di entrare in aula nell'udienza preliminare. Oggi, dopo il verdetto, non è rimasto altro che l'eco di un doloroso silenzio e il ricordo amaro di una vita spezzata tragicamente, all'alba dei 44 anni.

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