"Non volevo uccidere, ho solo cercato di raggiungerli per recuperare il numero di targa, visto che il ragazzo mi aveva dato un colpo allo specchietto del furgone". È la difesa disperata davanti al gip di Maurizio De Giulio, l'elettricista 50enne accusato di avere travolto domenica scorsa una coppia di motociclisti con il suo furgone.
Un tentativo di sfuggire ai risultati della perizia della Procura di Torino, che lo inchioda alle sue responsabilità. Tanto che ieri il magistrato aveva cambiato il capo di imputazione da omicidio stradale a omicidio volontario, qualificando l'investimento come un atto voluto.
"A un certo punto la moto ha rallentato e ho cercato di sterzare", ha aggiunto Di Giulio affiancato dagli avvocati Marco Moda, Maurizio Grasso e Vittorio Nizza.
Fino ad ora l'incidente ha causato la morte di Elisa Ferrero, 27 anni, e il ferimento del fidanzato Matteo Penna, di 29 anni. I due ragazzi avevano avuto un banale screzio con l'uomo nei pressi della rotonda di Condove, sulla Statale 24 per la Val di Susa.
Dopo la lite Di Giulio è stato colto da un raptus e ha inseguito i due ragazzi per un chilometro fino a investirli con il suo furgone. In base alla perizia ordinata dalla Procura di Torino, che si sta occupando del caso, l'uomo avrebbe trascinato le vittime sull'asfalto per oltre 50 metri, uccidendo la ragazza e ferendo gravemente il compagno 29enne.
Attualmente Matteo Penna si trova ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Cto e non è ancora fuori pericolo.
Per quanto riguarda De Giulio, che al momento dell'incidente aveva con sè in macchina la moglie e il figlio, si trova all'ospedale Le Vallette di Torino. La Procura gli contesta i reati di omicidio volontario e lesioni gravi.Ora il gip deve decidere sulla convalida del fermo e l'applicazione della misura cautelare in carcere.
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