Una guerra minaccia la Chiesa: Francesco rischia l'isolamento

Dopo "Querida Amazonia", Papa Francesco tenta di avvicinarsi alla destra ecclesiastica, che però conserva dei dubbi. La sinistra progressista, invece, potrebbe voler scavalcare Bergoglio

Una guerra minaccia la Chiesa: Francesco rischia l'isolamento

Papa Francesco rischia di scontentare sia il "fronte progressista" sia quello "tradizionale". Almeno sul piano dottrinale. E il risultato, quasi per paradosso rispetto alle premesse di questo pontificato, non può che essere uno: l'isolamento del Santo Padre, che sarebbe costretto in un angolo dopo sette anni e mezzo contrassegnati da una quasi pacifica approvazione tanto ecclesiastica quanto mediatica. Si vedrà. Qualche mese fa, comunque andranno le cose in futuro, era impronosticabile: Jorge Mario Bergoglio doveva far fronte alle critiche di una sola parte. Le rimostranze hanno trovato dimora solo negli emisferi della destra ecclesiastica. Adesso la situazione si è ribaltata, con la sinistra indaffarata a trovare il modo di approvare l'abolizione del celibato, sorpassando la posizione pontificia.

I tradizionalisti temono che la mancata apertura nei confronti dell'abolizione del celibato sacerdotale possa rappresentare solo un escamotage temporaneo. Se non altro perché il vescovo di Roma ha chiesto di tenere in considerazione anche il documento finale del Sinodo panamazzonico, dove invece del celibato si parla eccome in termini innovativi. I progressisti, di rimando, erano sicuri che "Querida Amazonìa" - l'esortazione post-sinodale - contenesse disposizioni riformiste che Jorge Mario Bergoglio non ha invece messo nero su bianco. In Germania non hanno preso bene il "lassismo" papale sui preti sposati. Un discorso simile può essere fatto sui "viri probati" e sulle "diaconesse". Si tratta di un vero e proprio guado. Tra le fonti che lo anno notato, c'è anche Il Foglio, che parla appunto di "solitudine". E il pontefice argentino, per uscirne, sembra disposto a cercare la quadra con la cosiddetta "palude", il fronte meno ideologizzato per quel che concerne l'oltranzismo dottrinale. Quelli, insomma, che in questi anni si sono mossi con cautela, senza spingere in un senso o nell'altro. Il Papa ha persino offerto una sorta di assist al cardinale Gherard Ludwig Mueller, che sempre Bergoglio non ha però riconfermato alla Congregazione per la Dottrina della Fede: la missiva inoltrata dal Papa al cardinale teutonico, per qualcuno, ha il sapore ed il tenore di un atto riconciliativo. Ma la strategia del Santo Padre potrebbe non essere sufficiente a placare gli animi degli "schieramenti" presenti in Vaticano.

Le preoccupazioni dei conservatori sono state sintetizzate pure da questa intervista rilasciata a IlGiornale.it da Aldo Maria Valli: gli episcopati, per via delle mancata presa di posizione da parte del Papa, potrebbero fare di testa loro. Tanto sul celibato quanto su altre svolte dottrinali considerate inderogabili dalla sinistra ecclesiastica. In Germania, l'incertezza è più tangibile che altrove: il "concilio interno" della Conferenza episcopale tedesca pare intenzionato a procedere per via autocefala. E pure i brasiliani potrebbero immaginare uno scenario di quel tipo. Sono cronache - queste - di una Chiesa universale che potrebbe dover cedere alle velleità di qualche realtà nazionale.Il ritorno ad una frammentazione organizzativa che tenga conto delle differenze storico-geografiche non sembra poi così lontano. La Chiesa tedesca è ricca e potente. E questo non è proprio un dettaglio secondario. Sembra quasi di ripercorrere le fasi finali del pontificato di Joseph Ratzinger, con la sopracitata "solitudine" a fare da sfondo.

Raccontare di svolte progressiste vere e proprie, per ora, è inefficace. Le novità principali passeranno dalla riforma della Costituzione apostolica. Ma quello è un testo attinente alle logiche interne alla Curia. Il prossimo Sinodo, invece, avrà luogo nel 2022. Sì, il Papa potrebbe operare mediante qualche Motu proprio, ma ai progressisti basterà?. Negli ambienti, ancora, non ci si attende che il Papa dia vita a grosse rivoluzioni dottrinali. Un elemento che, seguendo la narrativa tradizionalista, allontanerebbe l'argentino dai cardinali che lo hanno eletto. Al Papa resterebbero, per così dire, i tradizionalisti, che però sono pochi e sempre meno rilevanti nelle assisi che Bergoglio ha predisposto. Basti pensare al C9. Francesco è solo? No. Gli rimane la guida della Chiesa, che non è poca cosa.

Ma potrebbe aver perso il sostegno, per così dire, della sinistra progressista. Quella che doveva tamponare i "dubia" conservatori e che invece, dopo Querida Amazonìa, sembra avanzare perplessità meno formali ma comunque percepibili.

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