Orta di Atella, cemento e criminalità: la città fantasma tra Napoli e Caserta

1440 appartamenti sequestrati, edifici su edifici e nient’altro, frutto di un modello fondato esclusivamente sul cemento, che si è sviluppato nel silenzio generale, nonostante le denunce di ambientalisti e cittadini onesti

Orta di Atella, cemento e criminalità: la città fantasma tra Napoli e Caserta

Via Clanio è la fotografia della città fantasma, venuta su in pochi anni con una maxi speculazione edilizia e senza uno straccio di servizio per i cittadini. Palazzine costruite nel nulla, a ridosso dei tralicci dell’alta tensione, strade sterrate e rifiuti di ogni genere disseminati dovunque. Orta di Atella, città cerniera tra le due province di Napoli e Caserta, è un coagulo di cemento. In dieci anni ha visto crescere la popolazione a dismisura, più del doppio, fino a sfiorare i 28mila abitanti.

Edifici su edifici e nient’altro, frutto di un modello fondato esclusivamente sul cemento, che si è sviluppato nel silenzio generale, nonostante le denunce di ambientalisti e cittadini onesti. La giustizia è arrivata tardi nel ventre della provincia di Caserta, quando il saccheggio di un territorio era già avvenuto. L’ex sindaco e consigliere regionale Angelo Brancaccio è stato arrestato un anno fa. Il primo cittadino è considerato dai magistrati il “boss del calcestruzzo”. Sarebbe stato lui, circondato da una rete “criminale” di persone, a favorire la colata di cemento nella città che ha governato per lungo tempo.

Brancaccio, salito agli onori della cronaca negli anni ’90 come “mister 80% delle preferenze elettorali”, è stato condannato per associazione mafiosa. L’intreccio tra camorra e pubblica amministrazione ha prodotto un mostro urbanistico di dimensioni notevoli. La speculazione edilizia nel Comune di Orta di Atella su un’area pari all’80% dell’intero territorio comunale, fu possibile grazie al rilascio di permessi a costruire illegittimi, in assenza del Piano urbanistico comunale, a favore di società sospette. Per il Tribunale di Napoli, la speculazione edilizia a Orta avrebbe favorito due cartelli criminali: il clan dei Casalesi e i Mallardo di Giugliano che, in occasione delle elezioni amministrative, avrebbero anche veicolato dei voti.

“Orta di Atella – afferma Vincenzo Tosti, ambientalista e consigliere comunale di opposizione – è diventata una città dormitorio. Comunque vadano a finire le inchieste e i processi, si è costruito troppo e senza andare per il sottile. Edilizia a basso costo. Gli appartamenti finiti nel mirino della Procura sono stati venduti a prezzi di favore a persone di altre zone, che erano in procinto di mettere su famiglia. Non è un caso che secondo le statistiche Istat, Orta di Atella sia uno dei Comuni con l’età media più giovane d’Italia: 32 anni per residente. Qui infatti sono arrivate le giovani coppie del Napoletano che non potevano permettersi di comprare nei loro luoghi di provenienza. Ora rischiano di perdere l’abitazione, mentre non tutti i responsabili della colata di cemento sono stati puniti”.

La scure della giustizia ha prodotto dei risultati concreti: 1440 appartamenti sequestrati nel Parco Arcobaleno, nell'ambito dell'operazione “Domino”, per un valore stimato di 75 milioni di euro. La preoccupazione per i proprietari è di vedere svanito il loro investimento. “Sicuramente ci dispiace per i tanti inquilini che hanno acquistato le case in buona fede – furono le dichiarazioni del procuratore aggiunto Luigi Gay al momento del sequestro – ma non potevamo restare fermi di fronte a illegittimità così gravi”. Per il momento i residenti vivono nelle loro abitazioni, ma una spada di Damocle pende sulle loro teste.

Nel Parco Quadrifoglio 2.500 appartamenti in via Troisi sono stati costruiti in difformità sia del vecchio Piano regolatore generale sia del nuovo Piano urbanistico comunale. “Ricordo quando negli anni ’80-’90 ero impegnato in politica – racconta il docente di filosofia Luigi Mozzillo, ex consigliere comunale di minoranza – denunciavamo la possibile speculazione edilizia. Temevamo il sacco della città e questo poi è avvenuto. Oggi Orta di Atella è un non luogo, anzi è il luogo del cemento. Non c’è socialità, una città fantasma abitata da tante persone, che vengono in paese solo per dormire”

Gli attuali amministratori, intanto, che si sono insediati da meno di un anno in municipio, hanno ereditato la patata bollente. Il sindaco Andrea Villano, ingegnere, è stato accusato dall’opposizione di aver contribuito alla cementificazione di Orta di Atella negli anni in cui amministrava Brancaccio, ma si difende. “Sono un ingegnere – dice il primo cittadino – è mi sono interessato della crescita urbanistica della città. L’ho fatto in una prima fase, per favorire quelle famiglie che volevano esaudire il sogno di una vita: avere un’abitazione di proprietà. Nella fase successiva, quando Orta di Atella si è sviluppata in maniera disordinata, non sono stato attivo”.

Villano si è affidato al Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Campania, per cercare di risolvere i problemi urbanistici del paese che governa. “Sono le persone professionalmente più capaci – continua – per dipanare la matassa. Per quanto ci riguarda noi metteremo in campo tutti gli strumenti burocratici necessari al rispetto della legalità”. E la parola legalità è utilizzata anche dal giovane assessore all’Urbanistica Luigi Macchia, ingegnere e ricercatore universitario, che non si sbilancia sui possibili abbattimenti degli edifici sequestrati.

"Non compete a noi questo tipo di

valutazione – dichiara l’amministratore – per quanto ci riguarda lavoreremo nel rispetto della legalità e se ci sarà la necessità di buttare giù degli edifici per ripristinare una situazione di normalità non ci opporremo".

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