Ostaggi, bugie e due tranelli

Spinto anche dai distinguo e dai "ma" di intellettuali nostrani alla ricerca della fama perduta, l'antisemitismo ritrova forza e coraggio al punto da deturpare le "pietre d'inciampo", memoria degli ebrei deportati

Ostaggi, bugie e due tranelli
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Spinto anche dai distinguo e dai «ma» di intellettuali nostrani alla ricerca della fama perduta, l'antisemitismo ritrova forza e coraggio al punto da deturpare le «pietre d'inciampo», memoria degli ebrei deportati.

Già, i distinguo e le «raccomandazioni» a Israele per una «risposta misurata» appaiono cose di buon senso, ma vogliamo immaginare cosa sarebbe oggi l'Europa se durante la Seconda guerra mondiale i pochi uomini liberi avessero preteso dagli Alleati di dosare i loro bombardamenti che provocavano migliaia di morti perché sì, le Fosse Ardeatine e le stragi di Sant'Anna di Stazzema e di Marzabotto erano inaccettabili, ma in fondo i nazisti avevano trucidato solo qualche centinaio di civili, donne e bambini e quindi con Hitler si sarebbe potuto trattare invece che continuare a combattere fino alla vittoria.

Distinguo, raccomandazioni e pure tranelli mediatici e politici. Il primo riguarda i civili palestinesi che stanno morendo a Gaza sotto le bombe. È terribile, ma proviamo a ragionare oltre che indignarci. Sembra un paradosso, ma Gaza sarebbe uno dei posti più sicuri al mondo per difendersi da un attacco: è un enorme bunker sotterraneo con decine e decine di chilometri di tunnel. Durante le guerre che abbiamo combattuto, noi occidentali mettevamo i civili, soprattutto le donne e i bambini, al sicuro nei pochi bunker che avevamo a disposizione e i soldati stavano fuori a combattere e se il caso a morire. Lì avviene l'inverso. Non dando alcun valore alla loro vita - la civiltà inferiore raccontata da Oriana Fallaci -, tengono i civili allo scoperto e i terroristi riparati sottoterra, proprio per contenere le perdite di combattenti e commuovere il mondo con le immagini che tutti abbiamo visto.

Il secondo tranello riguarda gli ostaggi. Dicono che Hamas stia per liberare quelli con doppio passaporto, cioè di non pura razza israeliana, prova che per loro la vita di un ebreo doc vale meno di un'altra. Ma soprattutto siamo all'evidente tentativo di Hamas di dividere l'Occidente, aprire un credito politico nei confronti degli Stati a cui saranno restituiti i loro cittadini e quindi provare a isolare Israele.

Già mi vedo i vari Cacciari nostrani abboccare all'amo ed elogiare il «gesto di buona volontà» dei terroristi contrapposto alla «durezza di Israele». Ma per fortuna c'è Israele, in tempo di guerra servono generali, non filosofi.

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