Le cene segrete di Palamara, le toghe rosse e le nomine

"La Verità" pubblica nuove intercettazioni di Palamara, stavolta si parla di una cena organizzata per un pm in cerca di un ruolo prestigioso

Le cene segrete di Palamara, le toghe rosse e le nomine

Nuove sconcertanti rivelazioni sul pm Luca Palamara, finito al centro di una vera e propria bufera dopo la pubblicazione di alcuni suoi messaggi Whatsapp in cui si parlava del leader della Lega Matteo Salvini e della necessità di "attaccarlo". Col proseguire delle indagini, sempre più elementi stanno venendo a galla e mettendo in imbarazzo la magistratura.

Il quotidiano "La Verità", il primo a lanciare la bomba con la pubblicazione delle chat, riporta oggi una nuova notizia, parlando di una cena privata a cui parteciparono non solo Palamara e l'amico Cosimo Ferri, ma anche Luigi Birritteri, rappresentante della sinistra giudiziaria all'epoca candidato per entrare a far parte della segreteria generale del Consiglio superiore della magistratura (Csm) ed oggi sostituto Procuratore generale della Corte di cassazione.

Stando a quanto riferito da "La Verità", che ha riportanto quanto scoperto dagli inquirenti, l'incontro fra i tre magistrati era avvenuto nella serata del 9 aprile 2019. Ad occuparsi dell'evento l'avvocato P.C., conosciuta con il soprannome "S": la cena, infatti, si svolgerà proprio a casa sua, nel quartiere dei Parioli. Il nome della donna, collaboratrice dell'ex vicepresidente del Csm Michele Vietti, era già emerso nel corso di un'altra indagine aperta dalla procura della Repubblica di Roma, spiegano gli investigatori.

La cena in onore di "Gigi" (Luigi Birritteri) aveva certamente "finalità propagandistica", proseguono gli inquirenti. Ad avvalorare questa ipotesi, il contenuto di una telefonata avvenuta fra Luca Palamara e P.C.

Durante la conversazione, P.C. dice di dover sentire "Gigi". Un nome che, inizialmente, non viene riconosciuto da Palamara, che chiede spigazioni. "Birritteri non volevamo farla anche con lui?", precisa allora l'avvocato. "Gigi non l'ho sentito eh i miei", risponde allora il pm. "Ma Gigi perché non l'avevo messo nella chat? Però ti ricordi che avevamo detto facciamo una cena per Gigi?", continua P.C.

Il magistrato sembra tentennare, e replica: "Ma se tu vuoi fare per tirargli la sponda a lui e tutto quanto...". "Esatto!", conferma P.C.

"Però questo fammi parla' pure con loro... almeno li preparo pure, hai capito?", dice allora Palamara, tirando in ballo anche altre persone. "Gli vogliamo tutti bene oh", aggiunge poi.

La discussione si sposta poi sulla pm Francesca Loy, anch'ella invitata alla cena. "A che ti serve?", domanda Palamara, evidentemente poco contento di quella presenza. P.C. spiega che "stanno sempre insieme loro due e lei è chiaramente molto amica sua".

In un'altra conversazione, stavolta con Cosimo Ferri, Luca Palamara si sfoga: "S. vuole portare la Francesca Loy con Birittieri, però quella ce vuole venì a rompere il cazzo sul segretario generale, io direi di non... che dici?".

La cena, dichiarano gli inquirenti, doveva restare riservata, ed il contenuto di una seconda telefonata avvenuta fra Palamara e Ferri in data 9 aprile avrebbe confermato la presenza di Birritteri. "Cosimino, ma stasera non parliamo davanti a Gigi eh... parliamo dopo che ti devo dire un sacco di cose", dice infatti Palamara nel corso della conversazione.

A svelare la natura degli incontri anche alcune scioccanti dichiarazioni di un'amica di Palamara, Adele Attisani. "Non dovete parlare di lavoro... dovete fare le cagate che organizzate voi", dice infatti quest'ultima, parlando al pm. Poi continua, furiosa: "Tutti voi, di questi... di quell'ambiente, capito? Tutto una porcheria, una porcheria... E la prima è quella che organizza, S., che organizza per voi perché è una che cerca di farvi accoppiare, ma fate schifo... siete una categoria schifosa. E meno male che ti rendi conto di quello che fate, meno male che ti rendi conto che fate delle marchette, S. vi porta le donne, ciao e non mi chiamare più".

Scambi di messaggi con Luigi Birritteri, riporta "La Verità", erano avvenuti anche nel 2018, quando quest'ultimo incalzava Palamara per essere aiutato a rientrare nella Procura generale della Cassazione.

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