Paolo Fresco, rivelazione su Agnelli: "Alla mia morte venda la Fiat"

L'avvocato Fresco racconta il suoi trascorsi su Gianni Agnelli, dall'assunzione in Fiat a quel segreto custodito per anni

Paolo Fresco, rivelazione su Agnelli:  "Alla mia morte venda la Fiat"

Dettagli e segreti di Gianni Agnelli mai raccontati prima svelati dall'avvocato Paolo Fresco in una intervista al Corriere della Sera.

Le rivelazioni

Fresco ne è convinto: "Agnelli era inarrivabile". Poco ma sicuro. Lo spiega su Il Corriere della Sera: "Non erano i soldi, non era il potere, era la sua vita inimitabile". Il racconto passa a quando lo volle al suo fianco: "Mi fece contattare dai cacciatori di teste Egon Zehnder offrendomi una posizione di vertice in Fiat. Risposi di essere lusingato, però ero impegnato in progetti importanti. Dovevo inoltre aspettare di compiere 65 anni per incassare il premio di fedeltà dalla GE".

Poi Agnelli decise di nomirare presidente Cesare Romiti. Poi tornò alla carica con Fresco: "Quando anche Romiti si avvicinò ai settanta. Mi richiamarono gli headhunters e io reagii con un po' di strafottenza: l'Avvocato mi conosce - dissi - se ha bisogno mi chiami pure. Lui capì, alzò la cornetta del telefono e io mi precipitai a Torino. Così cominciarono i guai".

Poi l'avvocato Fresco apre il vaso di Pandora e mostra un segretissimo retroscena: "Proposi all'Avvocato di vendere Fiat Auto. È la cosa giusta disse ma il nonno si rivolterebbe nella tomba. Lo faccia quando sarò morto. Testuali parole: Per ora cerchi un' alternativa che sia progressiva.

Cominciai una trattativa con i tedeschi di Mercedes Benz: offrivano 10 miliardi di euro, noi ne chiedevamo 12. A quel punto portai il presidente di Daimler, Jürgen Schrempp, a New York dall' Avvocato. Quando uscimmo, Schrempp disse: Non ho superato la prova. Agnelli non riusciva a entrare in sintonia con i tedeschi".

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