È tornato di grande attualità il caso relativo alla Sea Watch 3, la nave dell’omonima Ong tedesca la cui capitana Carola Rackete è stata protagonista dello speronamento di una motovedetta della Guardia di Finanza all’ingresso del porto di Lampedusa lo scorso 29 giugno.
In questo mercoledì infatti, da Agrigento è arrivata la richiesta di una proroga di sei mesi nelle indagini da parte della locale procura, dove la stessa Rackete è sotto inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale, violenza a nave da guerra e favoreggiamento. Poche ore dopo, da Milano invece si è appresa delle chiusura delle indagini su Matteo Salvini avviate dalla denuncia per diffamazione presentata questa estate proprio da Carola Rackete.
Ad annunciarlo sono stati i membri della Sea Watch tramite un post pubblicato su Twitter: “Salvini sarà giudicato per la diffamazione cui si è reso responsabile nei confronti di Carola Rackete – si legge nel tweet – Un'aggressione personale che ha messo in pericolo l'incolumità della nostra capitana. Ci costituiremo parte civile nel procedimento”.
Il tutto in una giornata, quale quella odierna, dove il dibattito politico è stato incentrato su un altro caso relativo alla gestione dell’immigrazione da parte di Salvini, ossia quello relativo alla nave Gregoretti.
Il Senato infatti, come si sa, ha dato il via libera al processo nei confronti dell’ex ministro dell’interno dopo la richiesta in tal senso arrivata nelle settimane scorse dal tribunale dei ministri di Catania.
Per il leader della Lega, nel giro di poche ore sono dunque emersi due processi. Ma se quello sulla Gregoretti era in qualche modo atteso, visto che lo stesso Salvini aveva preannunciato di voler rinunciare all’immunità parlamentare, quello relativo alla denuncia per diffamazione da parte della Rackete era caduto, sotto il profilo mediatico, quasi nel “dimenticatoio”.
Dopo le notizie giunte da Milano, è stato lo stesso Salvini a commentare: “È surreale che ci sia un paese dove una signorina tedesca sperona una barca militare e invece di andare a processo, a processo ci va il ministro”, sono state le parole del segretario del carroccio pronunciate nel corso di un’intervista a Radio Radio.
La denuncia contro Salvini è stata depositata a Milano da Carola Rackete lo scorso 12 luglio.
Secondo la capitana della Sea Watch 3, le motivazioni della sua querela risiedono nel fatto che le dichiarazioni dell’ex ministro “lungi dall’essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica – si legge nell’atto depositato nel capoluogo lombardo – sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti”. Sotto accusa alcune parole usate da Salvini, quali “sbruffoncella”, “fuorilegge” e “delinquente”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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