Il patto del barbecue Usa-Cina

Il patto del barbecue Usa-Cina

Quando gli americani smettono di lavorare verso le cinque del pomeriggio, si cambiano e corrono verso il barbecue. L'happy hour è l'ora dell'hamburger e dell'adulterio consentito soltanto fuori dagli uffici. Che davanti alla griglia diano il meglio di sé è confermato dalle rivelazioni sul portentoso barbecue della tenuta di Mar-A-Lago in Florida, nel corso del quale Trump è riuscito a servire sul piatto del presidente cinese Xi Jinping, suo ospite sbalordito, una cotoletta di maiale e un accordo commerciale destinato a seppellire l'intero contenzioso fra Cina e America, compresa la questione coreana. In che consiste l'accordo alla piastra? Via libera all'esportazione dei vitelli americani in Cina, in cambio del visto d'ingresso per milioni di polli cinesi destinati alle griglie americane. Era stato uno dei tormentoni di Donald Trump durante la campagna elettorale quando ripeteva: io sono un negoziatore nato, vincerò negoziando anche quando farò la voce grossa. I risultati ci sono: Trump ha negoziato, sparigliando e affrontando la muraglia diplomatica cinese con il ketchup in una mano e la birra nell'altra.

Il presidente Xi, rilassato, ha confidato a Trump che a lui della Corea del Nord non importa un fico secco: «È Seul che ci interessa» ha detto facendo fuori un hot dog. «Aiutateci con il Sud» ha promesso a bocca piena «e noi disinnescheremo per voi la minacciosa Corea del Nord». La diplomazia della griglia sta già cambiando la storia.

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