Notte di follia all'ospedale di Civitanova Marche (Macerata): un 27enne italiano ha sferrato diversi pugni e calci al personale medico colpevole di avergli negato l'accesso al pronto soccorso. Il giovane, infatti, aveva accompagnato la fidanzata dopo averla picchiata e per questo motivo si trovava all'interno di un reparto con accesso riservato alle vittime di violenza di genere. L'ennesimo episodio rimanda al problema dell'assenza di un adeguato sistema di sicurezza negli ambienti sanitari.
I fatti
Qualche minuto prima che la vittima chiedesse aiuto era stata malmenata ferocemente dal fidanzato, alterato anche dall'abuso di sostanze alcoliche. Sotto choc, dunque, si è recata all'ospedale di Civitanova accompagnata dal suo aggressore e non appena gli infermieri hanno constatato la situazione si sono premurati di accompagnare la giovane, in codice rosa, verso il reparto specializzato, invitando il 27enne ad aspettare fuori.
Questi, però, reagendo male alla separazione è andato in escandescenza sferrando calci e pugni a 3 infermieri e un addetto alla sicurezza, che hanno riportato ferite con prognosi da quattro a venti giorni. Ad avere la peggio un infermiere colpito da forti colpi all’addome. Una volta chiamate le forze dell'ordine, il giovane è stato identificato e denunciato per danneggiamento, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
"Ennesimo episodio"
Non è sicuramente la prima volta che accade un episodio del genere e più e più volte il personale medico ha puntato il dito verso un'inadeguata, spesso assente, tutela nei loro confronti. Secondo Il Resto del Carlino, il presidente dell'ordine delle professioni infermieristiche (Fnopi) della provincia di Macerata, si è detto esausto: "Siamo di fronte all’ennesima, grave, aggressione. Sentirò al più presto la direzione dell’Area Vasta 3 per offrire il nostro supporto a strategie e interventi che pongano fine a questa situazione inaccettabile, a partire dal ripristino del posto di polizia, comunque aumentando la vigilanza a tutela del personale sanitario. Ma è anche necessario denunciare".
Anche il primario dell'ospedale ha espresso tutto il suo rammarico:"È demoralizzante che si parli da tanto della sicurezza del personale sanitario e che non si sia ancora fatto qualcosa di concreto. Non solo il personale non deve essere esposto a questo tipo di pericoli, ma soprattutto i pazienti".
Sull'episodio è intervenuto anche l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, che ha definito "intollerabili le violenze e le intimidazioni verso il personale della sanità. Gli infermieri ed i medici sono i professionisti sanitari più colpiti nel nostro Paese". Infatti, secondo i dati resi noti dall'Inail emerge la gravità della situazione.
Dal 2016 al 2020 sono stati più di 12mila i casi di infortunio in occasione di lavoro accertati positivamente dall'Istituto e codificati come violenze, aggressioni, minacce e similari, con una media di 2.500 casi l'anno. A essere più colpiti sono i “tecnici della salute”: infermieri ed educatori professionali normalmente impegnati in servizi educativi e riabilitativi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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