Il fatto è accaduto a Pistoia, dove ad un bambino di cinque anni è stato impedito di frequentare l'ultimo anno di asilo insieme ai suoi amichetti perché non era vaccinato.
Come riporta il quotidiano "La Nazione", tale provvedimento, preso in seguito dell'entrata in vigore della legge Lorenzin, è stato notificato alla famiglia del bambino tramite raccomandata senza lasciare tempo di replica dalla famiglia, la quale dall'oggi al domani ha appreso che il figlio non avrebbe più potuto frequentare la scuola.
I genitori del bambino sono rimasti esterrefatti di non aver ricevuto nemmeno una lettera di avvertimento prima che venisse deliberato il provvedimento, come è accaduto in altre scuole pubbliche della zona, insinuando che la disparità di trattamento sia stata dovuta dal fatto che il figlio frequentasse una scuola paritaria, gestita da una cooperativa.
La madre infatti afferma che “non è mai stata inviata nessuna lettera di avvio del procedimentoprima della raccomandata che ci comunicava, appunto,la sospensione di mio figlio e il divieto assoluto di entrare nell’asilo” e continua: "Non credo sia un procedimento giusto”.
Secondo quanto lei racconta i confronti con le insegnanti ed il personale scolastico si sono sempre limitati solo a colloqui informali nei corridoi della scuola, niente di ufficiale. Anche per questo i genitori sono già andati dai carabinieri e con il supporto dell'avvocato Chiara Scartabelli stanno pensando ad una querela o di fare ricorso al Tar.
“Abbiamo subito una vera e propria aggressione – accusa la mamma – Basta dire che l’insegnante ha consegnato i fogli sulla vaccinazione a chi non era in regola davanti a tutti i genitori della classe".
Quando le viene chiesto perché non ha vaccinato il bambino lei risponde con chiarezza “"Abbiamo chiesto e ottenuto un colloquio con medici e infermieri del centro vaccinale dell’Asl – spiega la mamma – Il primo incontro però non è riuscito a toglierci i timori e i dubbi che tutt’oggi abbiamo sulla vaccinazione.
Proprio per questo abbiamo proceduto a chiedere un ulteriore colloquio, che ci è stato negato. Nel frattempo però la Regione ci ha inviato l’avviso di avvio del provvedimento sanzionatorio"La regione quindi, facendo rispettare la legge, lascia il bambino a casa, ma i genitori promettono battaglia.
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