L'illusione Champions e la scommessa persa: capriccio da 300 milioni

L'addio di Ronaldo è la fine del sogno di Agnelli. L'errore: pensare di vincere con un giocatore.

L'illusione Champions e la scommessa persa: capriccio da 300 milioni

Era prevedibile. Ma è stato sorprendente. Giusto per il bilancio del club, critico per il censo tecnico della squadra. Cristiano Ronaldo è stata una scommessa persa di Andrea Agnelli, un capriccio più che un investimento, un gioiello prezioso in un momento non felicissimo per i conti aziendali, accentuati, in peggio, con la pandemia e la chiusura degli stadi. Il costo non era già sopportabile tre anni fa, fino a ieri rappresentava la nuvola di gas che non rendeva respirabile l'aria nelle e delle finanze juventine. Non è stato bello l'epilogo per Cristiano, presente contro l'Udinese e con quell'ultimo atto, il gol, bello e rapace come sempre ma subito dopo la maglietta gettata in aria, il corpo nudo, come un segnale della separazione ormai decisa. Allegri ha detto di essere stato informato dallo stesso calciatore sulla scelta finale, la verità è altra, più completa: è stata la dirigenza bianconera, Arrivabene-Nedved-Cherubini a convocare con urgenza Mendes e a comunicargli che il suo cliente non sarebbe partito gratuitamente, dunque la Juventus avrebbe atteso la risposta nelle ventiquattro ore successive e comunque ricevendo il dovuto. Mendes e Ronaldo hanno pensato, come usa tra i procuratori e i calciatori di quest'epoca, di tenere per il collo (uso un'immagine dolce) il club ma si sono ritrovati con un interlocutore cambiato e diverso, niente affatto riverente e affettuoso ma decisissimo a risolvere la questione in queste ore e non la prossima settimana, come avrebbero desiderato i due portoghesi. Cristiano Ronaldo solleva la Juventus da un carico di sessanta milioni di euro e porta i soldi necessari ad evitare una minus valenza. È un gol importante, quello della dirigenza bianconera ma è anche la fine di un sogno di Andrea Agnelli, il sogno di alzare la coppa dei campioni con l'investimento più importante della storia juventina. Il campo ha dato risposte diverse, anzi opposte, la Juventus ha perso il primo scudetto dopo i nove consecutivi non è arrivata in finale di coppa, risultato che le era riuscito pre Ronaldo natum. L'operazione è stata magnifica a livello di immagine, CR7 con la maglia della Juventus e i suoi oltre cento gol sono stati un passaporto diplomatico importante ma la storia della Juventus è passata attraverso altri campioni, con oneri inferiori e onori superiori. Anche il comportamento presuntuoso di Mendes ha prodotto scorie che hanno accelerato il divorzio che sarebbe stato più opportuno prima che la stagione avesse inizio.

Ora c'è chi sostiene, secondo costumi nostrani, che Cristiano sia stato un flop totale, un fallimento, economico, tecnico, direi anche esistenziale e che l'operazione sia stata abilmente pilotata dal potere della famiglia Agnelli. Presumo che l'orologio o il tempo di questi docenti si siano fermati all'altro secolo, se c'è un club e se c'è una squadra sotto osservazione non soltanto per gli arbitraggi ma anche per le scelte strategiche e politiche questa è la Juventus, con Andrea Agnelli criticato (giustamente) per le avventure di superlega e di diritti tivvù. Ma riaffiora il vizietto di piazzale Loreto dopo piazza Venezia, l'accusa è scontata e preconfezionata da tempo, Cristiano ha parlato coi fatti, dunque con i gol, l'aumento di capitale degli azionisti di maggioranza è stato effettivo, a differenza dei prestiti o affini di altre società, il fallimento è di chi ritiene o ha ritenuto che un solo calciatore o un solo allenatore possano garantire la Champions: a Messi con il Barcellona l'impresa non è riuscita negli ultimi sei anni, a Guardiola da dieci anni, pur allenando Bayern e City.

Il resto è ormai cronaca passata, la serie A ha avuto il privilegio di esibire un fuoriclasse ma la Juventus ha pagato le conseguenze di tale vetrina, come era capitato a molti altri club costretti a cedere la proprietà. Cristiano giocherà nel torneo più importante, la storia della Juventus continua in Italia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica