L'ipotesi su cui indagano i carabinieri del Nas è di truffa. Reato odioso, reso ancor più spregevole se ai danni degli ammalati. All'ospedale San Carlo di Potenza sarebbe arrivato un impianto di radioterapia spacciato per nuovo dall'associazione temporanea di imprese che lo ha fornito. Nuovo questo mezzo non sarebbe, risalendo, come rivela il quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” al 2008. Il macchinario – un acceleratore lineare – è costato 2 milioni e 300mila euro, praticamente lo stesso prezzo di uno appena uscito dalla fabbrica. L'indagine delle forze dell'ordine è partita nel settembre scorso e deve rispondere ad alcuni interrogativi. C'è stato utilizzo di fondi pubblici a scapito dei pazienti? I blocchi dell'apparecchiatura denunciati, che hanno costretto gli ammalati a saltare le sedute di radioterapia, sono riconducibili all'età “avanzata” dell'impianto?
Lo scorso 22 agosto un medico scrisse alla ditta appaltatrice dopo la segnalazione giunta in ospedale secondo la quale l'apprecchiatura era usata e datata.
La “Gazzetta” è entrata in possesso della risposta aziendale nella quale si ammette che l'acceleratore lineare era stato già installato presso un altro operatore sanitario ma che non si trattava di macchina ricondizionata o riassemblata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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