Prenotazioni aeree per l'Italia crollate per il coronavirus

Ma la crisi colpisce anche il resto del mondo. La Iata chiede la sospensione delle regole di assegnazione delle finestre di tempo utili per il decollo

Prenotazioni aeree per l'Italia crollate per il coronavirus

La diffusione del coronavirus ha avuro un "forte impatto sul traffico aereo". È quanto si legge in una nota della Iata, l'associazione del settore che rappresenta la maggior parte delle linee mondiali.

Il crollo delle prenotazioni

Le compagnie, infatti, stanno subendo "un grave crollo della domanda". L'Associazione internazionale del trasporto aereo riporta alcuni esempi, a dimostrazione del crollo delle prenotazioni che, in particolare in Italia hanno subito un calo enorme. i dati più gravi riguardano proprio il nostro Paese: "un vettore primario riporta le prenotazioni per l'Italia in caso del 108%, con il crollo delle prenotazioni a zero e l'aumento dei rimborsi". Ma la crisi delle compagnie aeree non riguarda solo l'Italia. La Iata, infatti, riporta anche il caso di "un vettore che ha subito una riduzione del 26% in tutte le richiesre, rispetto all'anno scorso", mentre molti vettori hanno segnalato "il 50% delle disdette in diversi mercati". E il calo della domanda sta portando a misure drastiche, come "il congedo non retribuito dell'equipaggio, il congelamento degli aumenti di stipendio e i piani per il fermo degli aerei".

Chiesta la sospensione degli slot

Per questo, l'associazione del trasporto aereo sta contattando le autorità che dettano le linee guida per l'aviazione di tutto il mondo, per chiedere la sospensione immediata delle regole sugli slot. La richiesta della Iata è che per la stagione 2020, la disciplina sull'uso degli slot aeroportuali sia sospesa, a causa dell'impatto che il coronavirus sta avendo sulle compagnie aeree. Questo perché le regole che stabiliscono i permessi per il decollo rischiano di far saltare il sistema aereo: "Circa il 43% di tutti i passeggeri- spiega la Iata- parte da oltre 200 slot coordinati dagli aeroporti di tutto il mondo".

In circostanze normali, le regole per l'assegnazione degli slot prevedono che la compagnia aerea abbia operato almeno nell'80% di quelli assegnati. Se la compagnia non rispetta questa linea, perde il diritto alla slot per la stagione successiva. Ma, in casi eccezionali, le autorità che regolano l'assegnazione degli slot possono decidere di rendere più morbido questo requisito. Il crollo della domanda causato dal coronavirus potrebbe essere considerata una circostanza "straordinaria": "L'opinione collettiva dell'industria aerea- spiega la Iata- è che l'applicazione della regola dell'80% durante la prossima stagione sia inappropriata. È necessaria una certa flessibilità per le compagnie aeree per adeguare i loro orari in base all'andamento straordinario della domanda".

Le misure delle compagnie

Diverse compagnie si sono viste costrette a rivedere il loro piano di voli, riducendo i viaggi, soprattutto se da e verso l'Italia. Ryanair ha informato i passeggeri di aver ridotto i voli fino al 25%, per un periodo di tre settimane, dal 17 marzo all'8 aprile, "in risposta al Covid-19". La compagnia low cost ha specificato di aver "registrato un calo significativo delle prenotazioni per il periodo compreso tra fine marzo ed inizio aprile, quale conseguenza del coronavirus". Oltre a questo, è stato significativo anche l'aumento dei "no-show", cioè dei passeggeri che non si presentano alla partenza.

Cancellazioni nel mercato italiano anche da parte di EasyJet che, come rivela il Corriere della Sera, nella seconda metà di marzo verranno annullati 500 voli (uno su dieci): "Abbiamo registrato un significativo calo della domanda e dei fattori di riempimento da/per le nostre basi del Nord Italia — si legge in una nota —Inoltre, stiamo assistendo a un indebolimento della domanda anche negli altri mercati europei in cui operiamo". Da qui la riduzione dei voli.

Interventi sulle rotte aeree sono stati effettuati ance dal gruppo tedesco Lufthansa, che ha tagliato decine di voli per il nostro Paese durante il mese di marzo e, in alcuni casi, anche fino alla fine di aprile. Gli aeroporti italiani coinvolti nel cambiamento del vettore Lufthansa sono Milano, Venezia, Roma, Torino, Verona, Bologna, Ancona e Pisa.

Per far fronte al calo di prenotazioni e, di conseguenza, dei ricavi, Alitalia ha chiesto di allargare la cassa integrazione a quasi 4mila dipendenti.

La compagnia ha cancellato "i collegamenti con un grande numero di posti non occupati per l’effetto che il coronavirus ha determinato nei comportamenti di viaggio dei volatori". Le riduzioni riguardano 38 rotte.

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