Rai, un cavillo per aggirare il tetto agli stipendi delle star

I legali di Bruno Vespa scovano una norma della Finanziaria 2008 che non considera valido il tetto agli stipendi per chi opera su un mercato concorrenziale

Rai, un cavillo per aggirare il tetto agli stipendi delle star

I legali di Bruno Vespa hanno trovato un cavillo giuridico che potrebbe, almeno in teoria, consentire l'aggiramento del tetto ai maxi-stipendi dei dipendenti pubblici per le star della tv che lavorino per la Rai.

L'appiglio per evitare la sforbiciata ai super-compensi delle star che lavorano nella tv pubblica sta in una norma della Finanziaria 2008, per la precisione il comma 44 della legge 3. Che chiarisce come le norme sul tetto agli stipendi pubblici (nel 2007 era già entrato in vigore un massimale alle retribuzioni, ndr) non si possano applicare a chi offre "una prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato in condizioni di effettiva concorrenza".

I dipendenti (o comunque chi lavori autonomamente) della tv pubblica già dal 2007 non avrebbero dunque dovuto guadagnare più del primo presidente della Corte di Cassazione, qualora si fossero trovati a dover lavorare su un mercato concorrenziale, come quello della tv commerciale. In tal caso - come è quello di una super star della tv, che può essere ingaggiata tanto dalla Rai quanto da un'altra emittente privata - questo tetto avrebbe potuto essere superato.

I legali di Bruno Vespa, secondo Repubblica, hanno già sottoposto la questione ai tecnici del governo, che però non sarebbero troppo preoccupati.

I consulenti del governo infatti fanno infatti affidamento sul principio per cui la norma della Finanziaria 2008 sarebbe sopravanzata dalla legge sull'editoria dello scorso ottobre, che regolamenta la medesima materia. Quello che è certo è che la dirigenza di Campo Dall'Orto non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi, cavilli o non cavilli.

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