Rigopiano, falla nei soccorsi: "Quella chiamata ricevuta per errore"

Un volontario della Protezione civile ha ricevuto "per errore" la chiamata di aiuto dal Rigopiano. E ha fatto partire i soccorsi

Rigopiano, falla nei soccorsi: "Quella chiamata ricevuta per errore"

Che qualcosa non abbia funzionato nella catena dell'emergenza a Rigopiano è chiaro. I soccorsi non sono partiti immediatamente dopo la chiamata, allarmata, di Quintino Marcella, il capo di Giancarlo Parete, lo chef ospite dell'hotel tratto in salvo insieme alla sua famiglia.

Nei giorni scorsi si è parlato della funzionaria che ha bollato come "bufala" la notizia della valanga caduta sull'albergo. Ora emerge anche la spiegazione di come si siano attivate, in ritardo, le procedure per il salvataggio dei superstiti. A spiegarlo è Massimo D'Alessio, volontario della protezione civile che ha ricevuto la chiamata di Quintino Marcella. "Avevo appena finito il turno - racconta alla Stampa - mi avevano mandato alla golena nord del fiume Pescara per monitorarne l'esondazione. Proprio per questo motivo ero passato in questura e avevo dato il cellulare. Ma non dovevo essere io a ricevere quella telefonata, è stato un errore...".

La telefonata arriva "alle 18.57" e solo in quel momento scattano i soccorsi. Grazie alla rapidità di pensiero di D'Alessio. E pensare che alcune ore prima in Prefettura era stata bollata come menzogna "inventata da imbecilli". "La questura aveva il mio numero per le esondazioni - continua D'Alessio - È una procedura standard: al 113 lascia il proprio numero chi si trova più vicino all'emergenza. Solo che nel mio caso l'emergenza era il fiume, non una valanga in montagna a chilometri di distanza. È stato bravo Quintino a insistere".

Quando riceve la chiamata di Quintino lo sente agitato ed "esasperato". "Gli ho detto 'aspetta un attimo, calmati, così non capisco' - racconta il volontario - Gli chiedo il nome e il cognome e cerco di tranquillizzarlo. Gli spiego che avevo necessità di avvisare almeno chi avevo intorno, non potevo certo dirgli che partivo subito io per il Rigopiano. Metto giù e chiamo il mio capo dei Volontari senza frontiere, Angelo Ferri che si attiva immediatamente, mentre io chiamo la prefettura". D'Alessio è stato sentito in questura come testimone.

La procura vuole capire perché si sia atteso tanto prima di inviare i soccorsi al Rigopiano. Solo grazie a D'Alessio si è risvegliata la macchina. "Noi della Protezione civile non diciamo mai 'forse', 'non credo' o cose così. Noi partiamo, subito".

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