Ieri a Milano, in viale Sondrio, è apparsa una scritta contro la premier: Meloni assassina di bambini. Non si capisce se si riferisce al naufragio di Cutro, dove morirono anche dei bambini; oppure ai piccoli palestinesi vittime dell'azione militare israeliana, appoggiata dal governo; oppure perché si crede che la Meloni sia a favore dell'aborto. Ma ha ragione chi dice che se ci perdiamo dietro a tutte le scritte anonime sui muri d'Italia non ne usciamo più.
Poi però l'altro ieri a Poggio Mirteto, Rieti, hanno dato fuoco a un pupazzo raffigurante la Meloni. Ma non dobbiamo metterla giù dura, dicono in tanti: era una sfilata di carnevale e capita ogni anno. Era già successo con Berlusconi...
L'altro ieri invece a Torino in un corteo pro Palestina organizzato dai Collettivi studenteschi hanno bruciato una gigantografia della premier. Però qui non insisteremmo troppo: sono ragazzi, dài.
Il giorno prima ancora, però, a Bologna hanno scritto «Meloni mangia piombo». Ma forse era uno scherzo. E il giorno ancora prima a Sala Consilina hanno imbrattato la sede di Fratelli d'Italia scrivendo Meloni appesa. Non è niente: una passata di Vetril e via.
Ora.
Non vogliamo strumentalizzare simili episodi, facendo passare per gesti violenti quelli che appaiono con tutta evidenza legittime proteste politiche, o al massimo simpatiche boutade.Però non sottovaluteremmo neanche l'allarme di chi intravede nell'Italia di oggi inquietanti rigurgiti fascisti.
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