
Non ci intendiamo molto di climatologia e meteorologia. Però, da giornalisti, sappiamo qualcosa di informazione.
Ora, ad esempio, mentre stiamo scrivendo e piove a dirotto, leggiamo un lancio di agenzia dal titolo terrorizzante, non tanto dal punto di vista climatico o meteorologico, ma giornalistico. «Copernicus, il 2024 l'anno più caldo della storia d'Europa». C'è scritto proprio così: «della storia d'Europa». Ma a partire da quando? Dal Paleolitico? Il Mesolitico? Il Neolitico? O l'età del rame? O del bronzo? O del ferro? Oppure l'età antica, o medioevale, o moderna, o contemporanea?
Non nascondiamo che siamo preoccupati. Anche perché a rivelarlo è «Copernicus», l'agenzia meteo finanziata da quella stessa Ue che ci impone cappotti termici e auto elettriche. Ma è solo un caso.
Comunque, fa paura. Anche perché sembra che il 2025 sarà peggio. E il 2026 peggio ancora. E chissà se nel 2027 ci sarà ancora acqua sulla terra...
Intanto, per non sapere niente di clima e di meteo ma qualcosa di informazione, ci portiamo avanti. Ecco qualche titolo buono per l'estate. «Sarà l'agosto più caldo del secolo». «Bevete tanta acqua e mangiate frutta fresca». «Non uscite nelle ore più calde».
«Il ghiacciaio della Marmolada si ritira». «In Sicilia manca l'acqua». «Riprendono gli sbarchi» (ma cosa c'entra? Niente, così...).Solo per dire che la situazione ambientale è pessima. Ma lo stato dell'informazione è peggio.
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