Risse e furti, la follia del clandestino nonostante l'espulsione

Un ventitreenne marocchino privo di permesso di soggiorno si è segnalato a Lucca per risse ed atti predatori, ma non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi in Toscana: sul suo conto gravava già un provvedimento di espulsione, che non si era però mai concretizzato a causa della decorrenza dei termini di trattenimento

Una volante della polizia di Lucca
Una volante della polizia di Lucca

In linea teorica non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi in Toscana, visto che aveva già alcuni precedenti di polizia a suo carico ed era risultato privo di permesso di soggiorno. Per questo motivo era stato oltretutto accompagnato già qualche mese fa al Centro di permanenza per i rimpatri di Torino, dal quale avrebbe dovuto essere espulso. Non solo però il rimpatrio non si è mai concretizzato, ma l'uomo è tornato nella provincia lucchese e nel giro di poche settimane si sarebbe segnalato per risse, atti predatori e molestie.

Protagonista della vicenda è un giovane di 23 anni originario del Marocco, per il quale è scattato il provvedimento di espulsione firmato dal prefetto della città toscana. I fatti si sono svolti pochi giorni fa, a seguito di alcuni controlli di rito effettuati dagli agenti della polizia nelle vie del centro storico. In base a quanto riportato dai media locali, l'uomo si trovava nei pressi della stazione ferroviaria locale in compagnia di un diciannovenne (con quest'ultimo che è stato peraltro denunciato per inosservanza delle disposizioni del foglio di via obbligatorio emesso nei suoi confronti qualche giorno prima, oltre che per il possesso di un documento rubato, ndr) e alla vista delle forze dell'ordine avrebbe dato segnali di evidente nervosismo. Secondo alcuni testimoni, avrebbe prima tentato di allontanarsi rifugiandosi in una delle vie limitrofe, con l'obiettivo di sottrarsi al controllo.

Solo in un secondo momento, dopo essersi reso conto che il piano non gli avrebbe offerto adeguate garanzie di successo a causa della conformazione della zona, avrebbe deciso di collaborare con gli operatori. E le operazioni di accertamento hanno fatto emergere alcune sorprese: intanto, lo straniero è stato accusato di aver avuto un ruolo attivo nell'ambito di pestaggi ed episodi di micro-criminalità segnalati dai residenti nel corso della scorsa estate nell'area centrale di Lucca. Era oltretutto sprovvisto di documenti d'identità, ma il motivo è presto detto: si trattava di un clandestino.

L'altra particolarità riguarda la sua permanenza sul territorio italiano: già nel recente passato era stato come detto trasferito in Piemonte per essere rimpatriato, ma stando a quanto ricostruito dagli inquirenti l'operazione non è mai andata in porto a causa della decorrenza dei termini di trattenimento (si parla di un periodo di trenta giorni, prorogabile sino ad un massimo di novanta) alla scadenza dei quali è stato rimesso in libertà secondo quanto previsto

dalla legge. Anche stavolta, dopo gli accertamenti dell'ufficio immigrazione del Comune di Lucca, è stato curiosamente accompagnato proprio al Cpr di Torino per essere espulso. A patto che non scada nuovamente il termine.

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