Roma sfregiata dai Casamonica. Ma il parroco: "Rifarei il funerale"

Scoppia il caso politico dopo il funerale in stile Padrino. Ma tutti, dal Campidoglio al Viminale, se ne lavano le mani

Da TgCom24
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Roma è stata sfregiata, ancora una volta. Questa volta è stato il funerale di Vittorio Casamonica. Un affronto che fa il giro del mondo gettando altro fango sulla Capitale e sull'Italia. "Se lo derubricassimo a folklore sottovaluteremmo quanto accaduto - commenta il vicesindaco di Roma Marco Causi - l’ho vissuto come un gesto di arroganza, un’offesa di intollerabile portata a tutti i cittadini di Roma". Ma tutti, dal Campidoglio al Viminale, sono subito corsi a lavarsene le mani. Nessuno si è, infatti, assunto la colpa di questo scempio.

Esequie da fiaba: con carrozza d’epoca trainata da 6 cavalli con il pennacchio nero, 12 Suv e limousine, il tutto coronato da una cascata di petali di rosa piovuti dal cielo. Con la partecipazione straordinaria di un elicottero privato. Tanto che, a pochi mesi dall'inizio del Giubileo straordinaio e in piena emergenza terrorismo, l'Enac ha avviato verifiche sul "rispetto delle regole dell’aria e della normativa vigente da parte dell’operatore che ha effettuato il volo" con l’elicottero in "alcuni quartieri della città di Roma". Quello che l'Italia ha dovuto subire è stato un set cinematografico la cui sapiente regia è rimasta nell’ombra, sconosciuta addirittura al prete che ha celebrato la Messa. Alla richiesta di spiegazioni il sacerdote, don Giancarlo Manieri, è caduto dalle nuvole. "Le sue competenze - come hanno spiegato anche dal vicariato - sono circoscritte a quanto accade all’interno della chiesa". Non all’esterno, dove l’anonimo "scenografo" aveva posizionato gigantografie del malavitoso e dato il via a musiche evocative. Tra queste anche la colonna sonora del Padrino. "Le istituzioni, o almeno i vigili del quartiere, sarebbero dovuti intervenire subito. E aiutare il parroco a prevenire lo show del corteo funebre", commenta l'arcivescovo di Monreale Michele Pennisi sottolineando che a vigilare non toccasse a don Giancarlo Manieri ma a chi ha concesso i permessi.

La chiesa dove sono state celebrate le esequie, la Don Bosco a Cinecittà, non nuova alle cronache. Si è scoperto che quella parrocchia, sormontata da una caratteristica cupola, è la stessa che nel 2006 negò i funerali a Piergiorgio Welby. Malato di Sla, in fase terminale, Welby chiese ai sanitari di staccare la spina (fu eretto a simbolo dell’eutanasia) e gli furono vietati i funerali religiosi. Ma non è tutto: in quella quella stessa parrocchia nel 1990 è stato celebrato il rito funebre del boss della Magliana Renato De Pedis (poi sepolto nella Chiesa di S. Apollinare, ma questa è un’altra storia). "Io qui ho fatto il prete, non spettava a me bloccare un funerale.

La chiesa può dire no a un funerale? - si chiede don Giancarlo Manieri - l'esponente di un clan è comunque dentro la Chiesa...". E il leader della Lega Nord Matteo Salvini lo provoca: "Forse l’8 per mille di un boss fa gola...".

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