Attese infinite e appuntamenti rimandati. Negli uffici pubblici della Capitale aumentano malumori e disservizi, complice il caldo agostano e la penuria di personale. Una piaga che, a ben vedere, non riguarda soltanto i mesi estivi. Per permettere agli sportelli di funzionare a regime, infatti, secondo gli addetti ai lavori, servirebbero 300 unità di personale qualificato in più, distribuite su tutta Roma.
La loro mancanza si sente soprattutto in questa placida mattinata estiva. Come se non bastassero i raggi del sole ad infiammare l’estate romana e a far salire la colonnina di mercurio, ad infuocarsi sono anche gli animi di chi, per la terza volta varca la soglia dell’ufficio di via Petroselli con la speranza, il più delle volte vana, di ottenere il proprio documento di identità (guarda il video).
“È un incubo, ho chiesto un appuntamento urgente per avere la carta d’identità visto che mercoledì devo partire – spiega una signora infuriata – ho preso appuntamento su internet, poi sono venuta qui e dopo aver fatto la fila mi hanno rimandato a casa dandomi un secondo appuntamento, ed eccomi di nuovo qui”. “Speriamo che questa sia la volta buona, tra due giorni ho il volo e sono ancora senza documenti”, ci dice allargando le braccia. La nuova prassi, infatti, impone di prendere appuntamento sul web, tramite il sistema TU PASSI, per richiedere la carta d’identità elettronica. Il tradizionale documento cartaceo, invece, ormai viene emesso soltanto in casi estremamente urgenti.
Per un appuntamento bisogna attendere dai tre ai quattro mesi. Il tempo che serve ai dipendenti del servizio anagrafico per evadere le pratiche. Ma tra gli sportelli di via Petroselli c’è anche chi sostiene che ci siano voluti addirittura “sei mesi per ottenere udienza”. E dopo tanta attesa si corre anche il rischio di essere rimandati a casa perché gli uffici sono chiusi. “Ho fatto la prenotazione a maggio, avevo appuntamento oggi alle 14.30 e mi hanno detto che non si può fare nulla perché all’una il personale è andato via”, racconta una signora a dir poco infuriata. Vicino a lei c’è un’altra donna nella stessa situazione. “Allo sportello c’erano solo due impiegati e in più di mezzora non hanno chiamato nessuno”, denuncia amareggiata. Anche perché in molti hanno fatto due o tre ore di viaggio sui mezzi pubblici per presentarsi in orario qui all’anagrafe centrale. “È una vergogna, prima non era così”, assicura una donna straniera.
Non va meglio a chi deve ritirare una multa o pagare una raccomandata. “Sono entrato qui alle 11.30 e ora sono le due passate, faccia un po’ il conto”, sbotta un signore in fila per una cartella di Equitalia. “È a dir poco assurdo”, si lamenta una donna, mentre un altro signore accusa: “Sembra di essere in Africa”. E non perché fuori ci sono quaranta gradi. A congestionare gli uffici centrali ci sono anche le cosiddette “utenze virtuali”. “Un esercito di 16-20mila stranieri e senza fissa dimora che, per convenzione, prendono la residenza nel I municipio e vengono qui per svolgere le loro pratiche”, spiega Marco Veloccia, consigliere municipale del gruppo misto.
La causa di ritardi e polemiche, afferma, è da ricercarsi nella carenza endemica di organico. “Solo qui, nel primo municipio, avremmo bisogno di una ventina di persone in più perché l’ufficio possa lavorare a regime”, chiarisce. “Più volte è stata fatta richiesta al Comune di Roma, ma i nostri appelli sono stati puntualmente ignorati”, segnala il consigliere.
E così a via Petroselli, come negli altri municipi di Roma, le persone sono costrette a mettersi in fila di buon ora, per ricevere una risposta, spesso negativa, parecchie ore dopo. Una situazione al limite che, purtroppo, migliorerà solo ad ottobre. Quando entrerà in vigore l’accordo siglato ieri dall’assessore alla Roma Semplice Flavia Marzano e le organizzazioni sindacali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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