"Forza Italia e Forza Cina". La frase, scritta in fondo a un cartello affisso sulla saracinesca abbassata del ristorante cinese La Muraglia, nella centralissima via Roma, a Sanremo, sul retro del Teatro Ariston, sembra quasi celebrare un gemellaggio ideale tra Italia e Cina, i due Paesi simbolicamente più colpiti dal coronavirus. La Cina per il numero assoluto di morti e di contagi e per aver diffuso l'epidemia in tutto il mondo; l'Italia per essere la nazione Europea con il più alto numero di soggetti infetti.
Le notizie allarmistiche delle ultime settimane, e ancora più inquietanti degli ultimi giorni, stanno iniziando a determinare un "effetto domino" nelle attività cinesi, che in provincia di Imperia e nella soleggiata Riviera dei Fiori rappresentavano un mercato fiorente. Il primo a cedere è stato proprio il ristorante La Muraglia, storico punto di ritrovo degli appassionati di cucina orientale, aperto da decine di anni.
"Gentili clienti - è scritto nel cartello affisso alla saracinesca abbassata del locale - ci dispiace informarvi, che per via della situazione generale che si è venuta a creare, non potendo sostenere i costi di gestione, chiuderemo per un breve periodo. Ci teniamo a ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato in questo periodo difficile. A presto. Forza Italia e Forza Cina". L'allarme coronavirus ha determinato una vera e propria fobia anche in provincia di Imperia, dove purtroppo tutto ciò che è orientale viene automaticamente associato al temibile virus. Soltanto poche persone sono riuscite a superare pregiudizio. Forze, troppo poche. E dire che, tempo fa, la Riviera dei Fiori veniva considerata la "Chinatown" ligure.
Michelangelo (all'anagrafe, Xikuan Hu), referente dell'associazione Italia-Cina, dichiarò nel 2019 che in Liguria si contano circa cinquemila cinesi, duemila dei quali vivono in provincia di Imperia, con un picco di circa 700-800 persone a Sanremo; mentre tra Ventimiglia e la città dei Fiori ci sono trecento bambini. Insomma, a distanza di un anno la situazione anagrafica non è molto cambiata, ma a livello economico inizia a sentirsi la differenza.
Il timore è che se l'emergenza non cesserà a breve, rischieranno di chiudere altre attività, con un effetto catena difficile da arrestare e a giudicare dalle notizie in ambito sanitario, ci sarà ancora molto da aspettare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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