Ha lasciato la fascia tricolore da sindaco di Cagliari per correre alla guida della regione Sardegna e ha perso (sconfitto dal candidato del centrodestra Christian Solinas) due volte, perché il capoluogo sardo, oggi, ha un nuovo primo cittadino di Fratelli d'Italia, Paolo Truzzu. Insomma, quella di Massimo Zedda – per il Pd e il centrosinistra – è stata una scelta sbagliata e fallimentare.
Dopo otto anni, il centrodestra (allargato) riconquista Casteddu per una manciata di voti: per l'esattezza, 1672 (su 134mila aventi diritto al voto). Sul risultato finale, oltre alla scellerata decisione dell'ex primi cittadino cagliaritano, ha pesato anche l'astensionismo, ma questa è una costante che penalizza tutti. L'affluenza, infatti, si è fermata al 52,03%.
A un seggio dalla fine dello spoglio, le undici liste della coalizione del centrodestra hanno messo insieme il 50,19% dei consensi, contro il 47,71% del centrosinistra (sette le liste totali a sostegno di Francesca Ghirra, assessore uscente dell’allora giunta Zedda). Per un soffio (0,19 punti percentuali, per l'appunto) è arrivata la vittoria, altrimenti sarebbe stato ballottaggio (come in quel di Sassari).
Il 2,1% dei cagliaritani, invece, ha optato per il "verde" Angelo Cremone: sulla sua lista ecologista sono state apposte 1413 "x".
Non pervenuto il Movimento 5 Stelle (che si era ritirato dalla corsa togliendo il simbolo al fu Alessandro Murenu, reo in dichiarazioni contro le unioni civili e l'aborto), se non proprio nelle migliaia di cittadini-elettori che non sono proprio andati alle urne e che di votare Pd non ne hanno proprio avuto voglia.
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