Emergono ulteriori dettagli su quello che per ora rimane un presunto Russiagate italiano. Il summit di ottobre tenutosi all'interno del Metropol di Mosca, quello cui ha partecipato Gianluca Savoini, ha interessato la presenza di due uomini, entrambi russi, che sono stati individuati e di cui oggi sono affiorati i nomi. Com'era già successo nel recente passato, è stato il sito BuzzFeed a rivelare le particolarità in questione. Si tratta di Andrey Yuryevich Kharchenko e di Ilya Andreevich Yakunin.
Questi i due nomi balzati agli onori delle cronache. Mentre le prime informazioni vengono diffuse, è già possibile sottolineare come lo stesso portale abbia rimarcato la prossimità di queste due personalità con Alexandr Dugin, teorico della "Quarta teoria politica" e con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Il quadro, che è al vaglio della magistratura, resta comunque tutto da verificare. L'agenza sopracitata, peraltro, ha ricordato pure come l'inchiesta, che è stata aperta per presunta corruzione internazionale, riguardi tre persone.
Vale la pena ricordare, poi, il caso del "terzo uomo", Francesco Vannucci, che era presente allo stesso meeting e che ha militato pure nel Partito Democratico. Non c'erano, insomma, solo i due russi e Savoini quel giorno di ottobre a Mosca. Proprio un paio di giorni fa, Matteo Salvini era tornato a dire la sua sul caso: "Su Russiagate - ha chiarito l'ex ministro dell'Interno - non c'è nulla da chiarire. Se conosco una persona da 25 anni non sono uno che tradisce. Ritengo Savoini una persona perbene - ha continuato il leader della Lega, secondo quanto si apprende dall'Agi - , lo difendo fino a prova contraria. C'è un'inchiesta che va avanti da mesi: ci dicano se qualcuno ha sbagliato. Se qualcuno ha preso un dollaro o un rublo illegalmente sono il primo a prenderlo a calci nel sedere, ma finora ho sentito solo chiacchiere". Gli scenari che stanno venendo fuori, con tanto di nomi e cognomi dei protagonisti, quindi, potrebbero rivelarsi solo fumus.
Nel pomeriggio di oggi, stando a quanto raccontato sull'agenzia Lapresse, Meranda e Vannucci, che avrebbero
partecipato al summit dell'hotel moscovita, hanno deciso di rinunciare al riesame. Il loro avvocato ha reso noto come a quanto presente nel "nastro del Metropol" non possa conseguire, a sua detta, una "ipotesi di responsabilità".
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