La dietrologia quasi impone l'esistenza di un "cerchio magico". Vale per ogni ambito. Anche per quello del Vaticano, dove papa Francesco è stato costretto a subire una serie d'attacchi - spesso partiti dai tradizionalisti - a causa degli ecclesiastici balzati alle cronache per vicende compromettenti. Si va da Theodore McCarrick, prima "scardinalato" e poi ridotto allo stato laicale per abusi, al cardinale australiano George Pell, cui Bergoglio aveva affidato la segreteria per l'Economia della Santa Sede.
Il secondo, a dire il vero, non è considerato come un "bergogliano della prima ora". Pure per questo il cosiddetto "fronte tradizionalista" tende a difenderlo dopo la notizia dell'avvenuta condanna nel processo per abusi in Australia. Pell, oggi, rischia fino a cinquant'anni di carcere. Quello che viene fatto notare - specie dai "nemici di Francesco" - è l'aderenza degli ecclesiastici coinvolti in accuse riguardanti direttamente o meno gli scandali emersi in questi anni con il "correntone progressista", cui il Santo Padre si sarebbe affidato per rimettere a posto le cose nella Chiesa cattolica.
Donald Wuerl, ex arcivescovo di Washington e successore in quell'arcidiocesi di Theodore McCarrick, è stato costretto a dimettersi pure per accuse di mala gestione. Si dice che abbia svolto un ruolo preponderante nell'ultimo Conclave: avrebbe convinto i conservatori a votare per l'ex arcivescovo di Buenos Aires. Ma non avrebbe affrontato a dovere i casi di pedogilia riguardanti la diocesi di Pittsburgh, quella dov'era incaricato prima di giungere in Capitale.
Poi c'è il caso del cardinale Errazuriz, che si è dimesso dal C9, l'organo deputato alla riforma delle istituzioni ecclesiastiche, che sta per portare a compimento la stesura della nuova Costituzione Apostolica. Il porporato cileno è stato tirato in ballo per accuse riguardanti presunte coperture. I lettori ricorderanno come l'intero episcopato di quella chiesa nazionale abbia consegnato nelle mani del pontefice argentino le dimissioni in relazione a una serie di episodi emersi.
Poi c'è il caso del vescovo argentino Zanchetta, sul quale il Vaticano starebbe indagando. Il presule è stato nominato dal papa "assessore" dell'Apsa, cioè dell'ente che si occupa dell'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Pure questo consacrato è interessato da accuse di violenze sessuali perpetrate - pare - ai danni di alcuni seminaristi. Ma a far discutere sono soprattutto le tempistiche: è arrivato all'Apsa prima o dopo la diffusione delle accuse? Per la Sala Stampa papa Francesco ha avuto contezza del quadro accusatorio solo dopo averlo insignito dell'incarico curiale.
Una lettura politologica delle "cose vaticane" - in sintesi - suggerisce come questo "cerchio magico" - sempre che esista - stia uscendo
ridimensionato - per non dire a pezzi - per via di tutto quello che sta accadendo attorno agli abusi. Qualcuno, nel corso di questi cinque anni e mezzo di pontificato, aveva parlato di "guardiani della rivoluzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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