Se anche per Repubblica si dice “negro” (ed esistono le razze)

Repubblica definisce "choc" il cartello esposto da un dentista di Mestre che usa la parola "negro". Ma sul suo dizionario online appare nella stessa accezione

Se anche per Repubblica si dice “negro” (ed esistono le razze)

Repubblica, abbiamo un problema. Niente di grave, per carità. Ma forse occorrerebbe una controllatina al dizionario online disponibile sul sito del quotidiano. Altrimenti il rischio è di passare per razzisti.

Già, perché ieri Rep titolava allarmata sul “cartello choc” affisso da un dentista di Mestre alla porta del suo ambulatorio. Il dottore l’ha fatto “perché volevo che tutti stessero attenti” a quel “negro” che qualche giorno prima aveva aggredito sua moglie e che “dopo averla sbattuta a terra ha cercato di rubarle il cellulare e la bicicletta”. Il cartello, criticato da alcuni pazienti e apprezzato da altri, è diventato rapidamente virale in rete. Arrivando infine sulle pagine di Repubblica, che l’ha definito - appunto - “choc”. Il dentista s’è difeso facendo notare ai critici che “nel Devoto-Oli 'negro’ vuol dire appartenente alla razza negra, perché le cose vanno dette senza giri di parole". Vero. E il fatto è che, forse a sua insaputa, pure Repubblica gli dà ragione.

Basta rivolgersi al “dizionario di italiano dalla a alla z” di Rep online per capirlo. Il quotidiano fondato da Scalfari spiega infatti agli italiani che “negro” è un aggettivo da riferirsi a un individuo “che fa parte di una delle razze di ceppo negroide, caratterizzate da pelle scura, naso schiacciato e capelli crespi”.

Insomma, se hai il naso a patata, se risulti più abbronzato di Obama e se la mattina combatti con i capelli ricciuti, per Rep devi essere chiamato “negro” perché appartieni alla “razza” negroide. Ecco: razza. Non che sia sbagliato, per carità, ma fa specie (nel senso di sorpresa e non di classificazione degli organismi) leggerlo in una pagina su cui campeggia la testata di chi, qualche mese fa, lanciava la campagna di Liliana Segre per eliminare quel termine “maledetto” dall’articolo 3 della Costituzione.

Com’è che Rep eliminerebbe la razza dalla Carta ma poi lo usa per meglio definire il termine negro? Che smacco. E pensare che altri dizionari online, vedi quello della Treccani, si sono già adeguati al buonismo imperante. Alla voce “negro” scrive infatti che la parola “in antropologia” indica le persone “appartenenti alle etnie viventi per lo più in Africa”. Niente razza.

E anzi Treccani ci tiene a far sapere che solo “in passato” e nel “linguaggio comune” si era soliti rivolgersi con “razza negra” a tutti quelli che appartenevano al “ceppo negroide”. Precisando, però, che oggi l’aggettivo è “avvertito o usato con valore spregiativo”. Dalle parti di Rep non devono essersene accorti. O non consultano spesso il (proprio) dizionario.

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