Se il Mediterraneo diventa una trappola

L'operazione Mare Nostrum è un fallimento. Va conclusa al più presto e senza esitare

I militari della Marina soccorrono i migranti in mare aperto
I militari della Marina soccorrono i migranti in mare aperto

L'operazione Mare nostrum è una trappola in cui noi italiani ci siamo messi da soli e da cui non riusciamo a uscire perché, se interrompiamo il pattugliamento e l'assistenza, veniamo accusati di fare annegare i disgraziati che gli scafisti mettono apposta su delle barche sfondate e stracariche perché sanno che siamo obbligati ad andarli a salvare. Una trappola perché siamo diventati orgogliosi della nostra bontà, facciamo a gara nel dare aiuto e ce ne vantiamo. Ma poi non sappiamo come dare un alloggio, dare un lavoro, mantenere economicamente coloro che abbiano salvato. Già ora abbiamo centomila persone che vagano nelle stazioni, nei parchi e ce ne sono altre centomila che stanno per arrivare. Con l'arrivo dell' inverno, rischiamo un catastrofe.

Se vogliamo che gli Usa e gli altri Paesi europei intervengano è perfettamente inutile che glielo chiediamo con voce piagnucolosa. Non fanno e non faranno niente. Per costringerli a intervenire dobbiamo farli sentire responsabili delle morti e dei naufragi che avvengono nel Mediterraneo. Come? Il governo deve annunciare un decreto con cui, a una data precisa, sospende Mare nostrum, reintroduce il reato di immigrazione clandestina, sospende tutti i salvataggi e trasbordi sul suolo italiano. Daremo cibo, acqua e medicine ai clandestini in pericolo, ma saranno riportati dove sono partiti.

Naturalmente tutti urleranno allo scandalo e allora il presidente del consiglio Renzi vada negli Usa, vada in Inghilterra, in Francia, in Germania in Russia, in Cina per dire che è dovere di tutti far finire questo scempio e che è giunto il momento di organizzare una Conferenza Internazionale sull'Immigrazione nel Mediterraneo, coinvolgendo i paesi rivieraschi Turchia Siria, Libano, Israele, Egitto, Libia, Tunisia Algeria e Marocco.

In questa conferenza devono venire stabilite le regole internazionali per le quote, gli imbarchi, le destinazioni e i soccorsi. Creando anche una flotta comune che le faccia rispettare, pattugliando il mare e le coste da cui partono gli irregolari.

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