San Gennaro diventa un’icona neoborbonica. Sulla storica statua dedicata al santo patrono di Napoli al Ponte della Maddalena spunta la bandiera “realista” della casata dei Borbone.
Sul basamento della statua, poi, c’è un adesivo che si richiama anch’esso alla tradizione borbonica napoletana. La scelta di collocare proprio qui una bandiera borbonica non appare per nulla casuale, anzi. L’effigie del Santo al ponte della Maddalena è tra quelle storicamente più rilevanti in tutta la lunga e complessa storia tra Napoli e il suo patrono.
Fu eretta a ricordo di uno dei miracoli di San Gennaro che risale alla fine del Settecento, per la precisione al 1767 quando il patrono fermò la lava del Vesuvio che stava minacciando Napoli. Secondo la tradizione popolare, i napoletani – che temevano di far la stessa fine dei villaggi alle porte dell’allora capitale, inondati dal magma dell’eruzione – portarono San Gennaro in processione fino al ponte della Maddalena. Qui la lava, quasi obbedendo al potere e alla volontà del santo, arrestò la sua marcia. A ricordo di quel miracolo fu eretta la statua, che sorge nello stesso punto in cui si fermò la minaccia del vulcano. E difatti nell’effigie, San Gennaro appare rivolto verso il Vesuvio cui rivolge con la mano destra l’ordine, imperioso, di fermarsi.
La questione dei simboli è centrale per i neoborbonici attuali.
San Gennaro, di fatto icona e adesso diventa “condottiero” delle istanze dell’orgoglio meridionale mentre in ogni angolo della città si chiede il disconoscimento delle intitolazioni alle figure del Risorgimento (su tutti Giuseppe Garibaldi) e il ripristino dell’antica toponomastica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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