Se lo zucchero batte il dolore

Le tendinopatie possono essere trattate con la proloterapia: si iniettano destrosio e lidocaina

«Il dolore osteoarticolare non fa parte necessariamente del processo di invecchiamento. Ha sempre una causa che non è la sindrome di vecchiaia. É sovente dovuto ad una alterazione dei legamenti», afferma Luciano Bassani, medico, fisiatra, libero docente presso l'università di Milano, presidente della Società italiana di Proloterapia (www.proloterapia.eu), costituita all'inizio dell'anno duemila e associata alla Hackett Hemwall Foundation dell'Università di Madison Wisconsin(USA), che si occupa della formazione di specialisti in proloterapia, tenendo più corsi annuali sia in Italia che all'estero organizzati e supervisionati dai propri soci.

La proloterapia, metodica ancora poco conosciuta in Italia, è un acronimo che deriva da proliferation therapy (prolotherapy), coniato negli anni cinquanta dal professor Hackett, un chirurgo ortopedico americano. La Proloterapia è una terapia infiltrativa ormai consolidata , molto diffusa negli Stati Uniti ed in Europa, soprattutto in ambito medico-sportivo, inclusa nei protocolli evidence-based di trattamento delle patologie del tessuto connettivo (tendinopatie e lesioni legamentose non chirurgiche). Risulta efficace in assenza di rotture sub-totali per le quali l'indicazione primaria rimane, comunque, chirurgica. Nei casi di tendinosi di qualsiasi distretto anche associate a rotture parziali, si riescono ad ottenere risultati molto soddisfacenti (sia dal punto di vista funzionale che sul dolore). «La Proloterapia - precisa il professor Bassani - può aiutare a rafforzare i legamenti a qualsiasi età ed è il trattamento di prima scelta per il dolore cronico». Questa branca della medicina ortopedica comporta la somministrazione di una sostanza, che crea un'infiammazione localizzata, nell'area in cui il tessuto connettivo è stato indebolito o danneggiato a causa di un sovraccarico funzionale o di un trauma. Questo porta alla auto-stimolazione del tessuto lesionato favorendone la sua riparazione. Le soluzioni che vengono comunemente usate sono il destrosio e la lidocaina anche se in alcuni rari casi si può far uso di fenolo e glicerina.L'infiltrazione viene praticata all'interno dell'articolazione o nel punto in cui il tendine o il legamento si connettono all'osso. A volte le iniezioni sono più di una ed i punti in cui iniettare variano da caso a caso. La soluzione iniettata provoca una reazione infiammatoria iniziale che innesta un meccanismo rigenerativo verso la guarigione.

La proloterapia risulta di grande utilità nel trattamento del dolore della colonna vertebrale come lombalgia o cervicalgia su base artrosica o post traumatica e talora anche dopo il fallimento della chirurgia vertebrale. Spesso infatti l'indicazione alla chirurgia viene data più in base alla RM che alla clinica e ciò puo' spesso comportare molte volte una persistenza della lassità legamentosa con instabilità della colonna vertebrale e dunque a dolori residui persistenti che la proloterapia può ridurre o in moti casi eliminare.

Quando, quindi, avvalersi della proloterapia? «I nostri risultati mostrano che la terapia rigenerativa è da preferirsi come prima scelta in caso di dolore cronico. Spesso la diagnosi clinica è possibile solo con l'esplorazione manuale delle strutture anatomiche dolenti, che in questi casi sono poco valutabili con degli esami di routine.

La proloterapia è indicata nel dolore muscolo-scheletrico, in particolare nei dolori della colonna e delle articolazioni periferiche tra cui spalle, gomiti, polsi, anche, ginocchia e piedi. É una metodica non-invasiva, sicura, sia dal punto di vista della tecnica che delle sostanze impiegate, a patto che venga praticata da un medico esperto.

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