"Sei la mia asina": marocchino violento con la moglie, ma il giudice lo assolve

Un marocchino a processo per violenze cè stato assolto dopo che la moglie ha ritrattato. Un teste: "In Marocco durante i litigi è normale chiamare la moglie "asino"

"Sei la mia asina": marocchino violento con la moglie, ma il giudice lo assolve

"Stai zitta, tu non sei la mia donna, sei la mia asina: devi subire in silenzio": queste le parole con cui un uomo marocchino di cinquant'anni pestava la moglie durante i litigi in casa.

Violenze per cui però non è stato condannato ma ha anzi rimediato un'assoluzione da parte del Tribunale di Belluno. La sentenza arrivata ieri riguarda fatti risalenti al 2013 e al 2014, quando l'uomo maltrattava la moglie picchiandola e tradendola con altre donne. Pare che a chiedere l'intervento dei carabinieri sia stato addirittura lo stesso figlio della coppia, che è sposata da oltre 20 anni.

Tuttavia, nonostante l'apertura del processo e la richiesta di una condanna a tre anni di reclusione da parte del pm Sandra Rossi, la situazione è cambiata quando la donna ha ritrattato tutto quanto aveva denunciato ai carabinieri. La moglie, spiega oggi il Gazzettino, avrebbe giustificato il marito dicendo che "era solo nervoso" e smentendo le accuse di percosse.

Non solo: durante il procedimento alcuni testimoni hanno dichiarato che: "In Marocco quando si litiga si usa così la donna viene chiamata asina e lei a sua volta si rivolge all'uomo dandogli dell'omosessuale".

Di fronte alla marcia indietro della donna e all'assenza in aula della principale testimone per l'accusa il giudice Angela Feletto non solo ha assolto l'imputato ma, su richiesta della procura, ha anche disposto la trasmissione degli atti per l'ipotesi di falsa testimonianza.

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