Sembrerebbe proprio un clamoroso caso di razzismo, quello della storia che arriva da Stoccolma. Con protagonista, come vittima, un cittadino abruzzese.
Il rappresentante di commercio aquilano Giovanni Di Simone è stato arrestato dalla polizia svedese lo scorso 11 agosto con l'accusa di ricettazione anche a causa delle sue fattezze fisiognomiche che, a detta degli agenti, avrebbero "ricordato quelle di un georgiano". L'uomo era solito appostarsi nelle vicinanze di un supermercato per poter approfittare del wifi sedendo comodamente nella propria auto. Le sue ripetute soste, però, hanno insospettito alcuni residenti, allarmati dai piccoli ma numerosi furti di recente verificatisi nella zona.
Dopo una prima perquisizione, all'uomo non era stato trovato nulla di contestabile. Eppure gli agenti lo avevano diffidato dal ritornare in quel parcheggio, nonostante Di Simone avesse spiegato loro le ragioni della sua sosta proprio in quel luogo. Il giorno dopo, però, l'uomo è tornato sul posto e tratto in arresto. Durante l'interrogatorio, gli agenti lo hanno accusato di ricettazione, riferisce il quotidiano abruzzese Il Centro, "non soltanto perché si era fermato nuovamente in quel luogo, ma perché, ai sospetti di chi lo aveva segnalato agli agenti, aveva la faccia da georgiano".
Il colloquio è stato quindi improntato a un pressante interrogatorio sui suoi eventuali contatti con la criminalità georgiana.Alla fine Di Simone è stato liberato in giornata, ma ha deciso di denunciare l'accaduto con una lettera all'ambasciatore italiano e contattando telefonicamente l'agenzia di stampa Agi.
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