Mentre dalla Francia arrivano segnali rassicuranti, grazie all'intelligenza di una consigliera italiana di Macron - Claudia Ferrazzi, che ha riabilitato il nesso tra i giovani e l'arte -, in Italia ancora una volta si dà spazio a dilettantismo e velleitarismo. Alla Camera, una mostra inverosimile esibisce assi da stiro sopra fogli con la scritta: «Sono una donna-non sono una santa», per umiliare e allontanare dall'idea stessa di arte contemporanea, tra irritazione e disgusto.
Una donna preparata, come la Ferrazzi, parte proprio da equivoci come questo per affermare: «Ci siamo interrogati su cosa non ha funzionato in passato, e ci siamo resi conto che a fronte di un'offerta di grandissima qualità ed estesa, la domanda di cultura restava spaventosamente bassa». La soluzione? «Mettere in movimento le persone e le opere, far ritrovare loro la fisicità del rapporto diretto». Bene.
E occorre anche, come in Inghilterra, stabilire la gratuità dei musei, per renderli amici di chi li frequenta per capire e ritrovare la propria storia. Cosi avviene a Londra al British Museum, alla National Gallery, al Victoria and Albert, ma non agli Uffizi e a Brera. Perché? I giovani non frequentano i musei, o addirittura li evitano per scaramanzia.
In alcune città vige il sortilegio che chi entra in musei e monumenti, come a Urbino Palazzo Ducale o la casa di Raffaello, non supera gli esami! Altro che ridurre la distanza fra i giovani e le opere! Seguiamo la Francia.
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