Senza lavoro e stipendio, protestano sotto casa del ministro: "Uè Uè Di Maio, allora?"

Cinque operai del Consorzio Unico di Bacino di Acerra hanno protestato per chiedere a ministro Di Maio garanzie sul futuro e sugli stipendi e i contributi che devono ricevere da anni. Da tempo attendono di essere ricollocati in nuove attività lavorative

Senza lavoro e stipendio, protestano sotto casa del ministro: "Uè Uè Di Maio, allora?"

Sono senza lavoro e stipendio da anni. Un gruppo di operai di Acerra (Napoli) ha protestato questa mattina a Pomigliano d’Arco, sotto casa del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. “Un'azione simbolica", così l'hanno definita. Per attirare l’attenzione sulla loro vertenza. Si occupavano della raccolta dei rifiuti per il Cub, il Consorzio Unico di Bacino, ente regionale poi messo in liquidazione. Sono un migliaio i lavoratori in tutta la Campania che si trovano in questa situazione, quasi 100 solo ad Acerra. Attendono da anni di essere ricollocati in nuove attività lavorative (guarda il video).

“La Regione Campania ci dice da tempo che deve avviare un progetto in cui saremo coinvolti, ma per lavorare solo 18 mesi, e comunque fino ad oggi non è successo niente, continuano a rimandare”, hanno spiegato. Quindi la decisione, stamattina, di protestare davanti all’abitazione di Di Maio, prendendo spunto dall’azione dell’operaio licenziato dalla Fiat Chrysler, Mimmo Mignano, che proprio lì la settimana scorsa, dopo la sentenza con cui la Cassazione ha confermato il licenziamento, si era incatenato e poi cosparso di benzina. Mignano stamattina c’era. “Ho portato la mia solidarietà a questi lavoratori”, ha dichiarato.

Numerose sono le proteste che gli operai del Cub hanno messo in piedi in passato, l’ultima, eclatante, a maggio scorso, quella su una gru al Centro direzionale di Napoli, quando Giovanni D’Errico, 50 anni, salì per la seconda volta fino a 30 metri di altezza. Da allora non è cambiato nulla. E stamattina D’Errico era tra gli operai che si sono presentati sotto casa del vicepremier. Sono arrivati in cinque, con degli striscioni che poi hanno affisso all’ingresso dell’abitazione del vicepremier, sopra si leggeva: “La Cassazione non condanna lo Stato e la politica per aver rubato stipendi e contributi”, e “Ue’ ue’, Di Maio, Allora?”. Sul posto sono intervenuti poliziotti e carabinieri. Il sit-in è andato avanti per quasi un'ora (guarda le foto).

"Abbiamo tutti famiglie, non abbiamo più soldi per pagare le bollette, per fare benzina e ricaricare il cellulare. Lo Stato è assente, perché ci ha rubato quattro anni di stipendi e dieci anni di contributi non versati.

Ci deve dare risposte immediate, vogliamo garanzie per il futuro e i soldi del passato. Molti colleghi si sono suicidati. Di Maio - è l'appello dei lavoratori - noi la nostra sentenza ce l'abbiamo, ora noi chiediamo a te i nostri contributi"

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