Non ne è passato molto di tempo e gli arresti domiciliari per Andrea Bonadonna (e gli altri antagonisti) sono già stati revocati. Per il leader dell'Askatasuna, uno dei centri sociali più attivi nel territorio torinese e spesso coinvolto negli scontri al cantiere della Tav, è stato disposto l'obbligo di firma quotidiano al posto della detenzione a casa. E così Bonadonna potrà andare in Val di Susa a curare la rassegna musicale Alta Felicità di cui è direttore artistico.
"La risposta del Tribunale del Riesame di Torino all'aggressione degli agenti in Val di Susa di pochi giorni fa è la revoca dei domiciliari al leader del centro sociale degli anarco-insurrezionalisti Askatasuna - attacca Giorgia Meloni su Facebook - Che vergogna!".
Bonadonna era stato messo ai domiciliari, dopo un blitz al centro sociale realizzato la settimana scorsa, a causa dei duri scontri tra antagonisti e polizia del primo maggio del 2017. In quell'occasione un gruppo di antagonisti provò a forzare il cordone degli agenti per arrivare in Piazza San Carlo. Gli avvocati difensori hanno però contestato la tesi del pm e la ricostruzione fatta dalla polizia, portando a testimonianza un altro filmato realizzato da un cronista freelance.
Fatto sta che il tribunale del Riesame ha deciso di modificare gli arresti domiciliari nell'obbligo di firma per 15 antagonisti e di confermarne altri sei (che dovranno andare in questura tre volte alla settimana).
Intanto la tensione in Val Susa è già alta in vista della rassegna musicale in programma a Venaus dal 26 al 29
luglio. "Fratelli d'Italia è al fianco degli uomini e delle donne in divisa senza se e senza ma e chiede al Ministro dell'Interno Salvini di dare un segnale inequivocabile: la chiusura dell'Askatasuna", ha detto la Meloni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.