La verità sulla "Vergine trans": un post Facebook che imbarazza l'Ue. Qual è la verità?

Il parlamento europeo ha smentito, ma l'influencer Simonetti lo scorso febbraio si diceva orgoglioso del ruolo di ambasciatore speciale in Ue per i diritti Lgbtq

La verità sulla "Vergine trans": un post Facebook che imbarazza l'Ue. Qual è la verità?

Dopo il vademecum sulla terminologia del politicamente corretto redatto dalla Commissione europea per quanto riguarda gli auguri di Natale e i nomi che non si possono pronunciare, come Maria, ecco che la Vergine in Europa ha preso le sembianze di una trans con il volto di Riccardo Simonetti, giovane influencer tedesco di origini italiane.

Inevitabile la polemica e lo sdegno di tutto il centrodestra davanti all'ennesimo tentativo di svilire la tradizione della nostra cultura e della nostra religione. Davanti al fronte compatto che è sceso in campo in difesa dell'iconografia tradizionale, il parlamento europeo ha smentito che Simonetti sia un "Ambasciatore speciale Ue per i diritti civili". così come scritto da Giorgia Meloni in un post. Eppure, nel profilo Instagram dello stesso Riccardo Simonetti, esiste una smentita indiretta a quanto affermato, datata febbraio 2021.

Nei giorni scorsi, alcune fonti anonime del parlamento europeo hanno spiegato che "non esiste uno statuto di goodwilll ambassador del Parlamento europeo. Non c'è nemmeno un accordo formale di questa natura con Riccardo Simonetti, nè è remunerato in alcun modo dal Parlamento europeo che non sottoscrive le opinioni personali, i post o gli articoli del signor Simonetti".

L'influencer tedesco viene derubricato a collaboratore e "la collaborazione con gli influencer, incluso Simonetti, fa parte della strategia di comunicazione del Parlamento europeo". Nel caso specifico, "il dialogo con il Parlamento europeo permette di informare questo influencer e, attraverso di lui, la sua comunità sulle posizioni approvate in plenaria dal Parlamento europeo riguardo ai diritti delle persone Lgbtiq+".

Eppure, lo scorso 18 febbraio Riccardo Simonetti nel suo post ha fornito un'altra versione di questo accordo: "Ciao carissime persone, sono lieto di annunciare che sono stato nominato ambasciatore speciale LGBTQ al Parlamento europeo da @euparlament. Questo è l'onore più grande che ho ricevuto finora e sono molto felice di sostenere il Parlamento europeo nell'attuazione della sua strategia di promozione LGBTQ".

Le sue parole non lasciano spazio a interpretazione, tanto che poi il post prosegue: "Soprattutto, spero vivamente che insieme possiamo attirare più attenzione sui Paesi in cui i diritti umani della comunità LGBTQ sono ancora minacciati e che possiamo migliorare questa situazione lì. C'è molto in programma per le prossime settimane e mesi e non vedo l'ora di portarti in viaggio".

Inoltre, in un articolo del sito Stol.it del Sudtirol, si legge: "Simonetti sarà il primo ambasciatore speciale per il Parlamento europeo e sosterrà il lavoro di pubbliche relazioni dell'organismo dell'UE. Per lui sono previste anche visite alle sedi parlamentari di Strasburgo e Bruxelles".

Davanti a questo, il commento dell'associazione Pro Vita & Famiglia è stato duro: "L’influencer Riccardo Simonetti, che si è travestito da Madonna queer e si è spacciato come Ambasciatore Lgbt presso il Parlamento Europeo, ha a sua volta smentito lo stesso Europarlamento, che dopo il polverone mediatico aveva affermato che 'non esiste nessun ruolo di Ambasciatore Lgbt'. Una querelle che continua ad offendere milioni di cattolici europei". Queste le parole del presidente dell'associazione, Jacopo Coghe.

La nota di Pro Vita & Famiglia si conclude con un appello: "La misura è colma ed è inaccettabile la mancanza di chiarezza da parte del Parlamento Europeo su questa vicenda.

Ribadiamo fortemente - come fatto con una petizione che ha già raccolto circa 20mila firme - la richiesta di scuse da parte di Simonetti. Al presidente dell’Europarlamento David Sassoli chiediamo, oltre che delle scuse, di far luce su questi eventi per il bene e la serenità di tutti i cittadini europei".

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