C'è la stella cometa, ma per il resto non c'è nulla, ma proprio nulla che rimandi all'iconografia tradizionale. Maria ha barba e baffi, capelli lunghi, la faccia di un uomo, l'influencer Riccardo Simonetti, che posa soddisfatto per la trovata che gli regala un giorno di notorietà e sdogana la Madonna in versione trans.
Non se ne sentiva la mancanza, ma si poteva immaginare che sarebbe arrivata e la previsione si realizza a poche ore dalla festa dell'Immacolata e ormai nell'imminenza del Natale. Simonetti si accredita sulla copertina di un mensile tedesco, la sua patria d'elezione, e per qualche ora si rischia pure l'incidente diplomatico perché gli organi d'informazione rilanciano la notizia che il blogger - fra le altre cose pure modello - sarebbe addirittura un ambasciatore speciale del Parlamento europeo per i diritti Lgbt. Per una volta però Bruxelles si smarca da una provocazione che per molti ha i toni della blasfemia: «Non è un nostro ambasciatore». Anche se, gira e rigira, sembra che non sia un millantatore ma un «collaboratore» del Parlamento europeo.
E, insomma, il caso con corteo di relative, inquietanti domande è risolto ma anche no. Quale sarebbe, se c'è, il ruolo dell'influencer? E per questa sua attività percepisce un compenso? La Ue per il momento ci mette una pezza. D'altra parte l'Europa era già stata scottata la settimana scorsa dalla diffusione delle linee guida, a dir poco surreali, in cui, fra capriole e contorsioni di ogni tipo, si suggeriva di bandire dal linguaggio quotidiano il vocabolo Natale, da sostituire in corsa con un neutro «Buone feste», e tante altre parole comunissime per non urtare la sensibilità di altre culture. Una tesi strampalata che il Papa, di ritorno a Roma dalla Grecia, ha bollato come «anacronistica».
Bruxelles ha ritirato quel manualetto del politicamente corretto, ma ora l'ossessione per l'inclusione e la non discriminazione si riaffaccia sulla prima pagina di Siegessaule Magazin, rivista della comunità queer berlinese. «Perché non potremmo credere che la Vergine Maria avesse la barba?», si chiede l'influencer che invita a non monopolizzare l'immagine della madre di Gesù. Certo, Maria rappresenta la vertigine della misericordia divina che fa nascere il figlio da una donna per salvare tutti noi. Ma la foto, con tutta sincerità, finisce con l'assecondare per metà una scaltra strategia di marketing e per il resto rotola come un'offesa che colpisce ugualmente laici e cattolici. Risultato, la politica tricolore scende in campo per stigmatizzare l'incursione così scomposta nella dimensione del sacro.
Attacca Giorgia Meloni: «È così che un ambasciatore speciale Ue per i diritti Lgbt pensa di costruire un'Europa più inclusiva? Non è sbeffeggiando la religione, offendendo i fedeli o cancellando il Natale che si tutelano i diritti civili. Che triste teatrino». Sulla stessa linea Matteo Salvini: «Ma è possibile che certa gente non riesca a rispettare nemmeno la Vergine Maria e il Santo Natale? Questa non è una simpatica provocazione, è un vergognoso insulto». «L'ambasciatore Ue per i diritti Lgbt - nota Marta Fascina, deputata di Forza Italia e compagna di Silvio Berlusconi - si fa ritrarre in una vergognosa versione transessuale della Vergine Maria. In una corsa sempre più spudorata al politicamente corretto, si è arrivati finanche a profanare i simboli della cristianità. E sempre più evidente il tentativo dell'intelligenza italiana ed europea, spalleggiata dalle reticenti sinistre, di estirpare le radici giudaico cristiane della nostra civiltà».
In conclusione, Simonetti può dire di aver centrato il suo obiettivo: tutti parlano di quello scatto e del suo autore, nato in Germania da genitori italiani, e lui si gode il bagno di popolarità.
Il Natale, sia chiaro, viene per tutti e a tutti schiude un orizzonte di speranza, purché non diventi un gioco per affermare le
ideologie alla moda. «Questa - ha spiegato Francesco sull'aereo per Roma, riferendosi sempre al documento Ue poi mandato in soffitta - è una laicità annacquata». Intollerante e oscurantista, sotto la patina delle buone maniere.
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