Sindaci contro i profughi: barricate e rivolte sociali

In provincia di Pavia il prefetto annuncia l'arrivo di altri 450 immigrati. Ma i sindaci sono sul piede di guerra

Sindaci contro i profughi: barricate e rivolte sociali

Sindaci sul piede di guerra, alcuni preannunciano barricate e minacciando la rivolta sociale. Tutta colpa della nuova ondata di immigrati in arrivo. Questa volta sono previsti nel Pavese, e la provincia si prepara ad accogliere 450 migranti, che si vanno ad aggiungere ai circa mille già presenti nelle strutture di accoglienza. I profughi saranno ospitati in strutture private, fra cui Caritas e Croce rossa italiana, che hanno partecipato al bando di gara per l’accoglienza di cittadini stranieri emesso il 18 agosto scorso. Dodici i Comuni chiamati ieri a Pavia dal prefetto. La pattuglia più numerosa è arrivata dalla Lomellina, dove sono coinvolti Vigevano, Mede, Cilavegna, Gropello, Candia e Cozzo. Quattro i centri dell’Oltrepo (Casei Gerola, Godiasco, Canneto e Borgoratto Mormorolo) e due del Pavese (Albuzzano e Carbonara).

Nel tardo pomeriggio di ieri il vice prefetto Sergio Pomponio ha accolto i rappresentanti dei Comuni interessati per illustrare la situazione. La riunione in prefettura si è protratta per due ore, fino alle 19.30. All’uscita diversi sindaci hanno manifestato la loro contrarietà all’invio di nuovi profughi. Non sono pochi i sindaci che si oppongono con forza a questa decisione. Per esempio Andrea Sala, sindaco leghista di Vigevano, preannuncia "barricate". Mi hanno spiegato – dice – che a Vigevano un privato avrebbe messo a disposizione un capannone da dare in gestione alla Croce rossa: se dovesse succedere una simile eventualità, io farò le barricate. E parlo in senso letterale". Del resto, la situazione e' talmente fuori controllo che i sindaci sono gli ultimi ad essere avvisati, poco importa se i privati prendono accordi in separata sede col prefetto o se gli albergatori fanno altrettanto. Su chiamata del prefetto, i sindaci devono mettersi sull'attenti.

Anche Lorenzo Demartini, sindaco leghista di Mede, ha annunciato un’opposizione senza sconti. "Farò tutto quanto in mio potere – commenta – per ostacolare i privati che andranno a ospitare queste persone che richiedono protezione internazionale, ma che per me sono clandestini. Così si vuole arrivare alla rivolta sociale. Io devo ascoltare ogni giorno le lamentele di miei concittadini con problemi economici e di salute. Io dico che la solidarietà imposta per legge è un’ingiustizia". Pollice verso anche contro i privati che si dicono disponibili a dare accoglienza ai profughi. "Ormai – aggiunge – si è capito che molti di loro lucrano sulle spalle dei cittadini italiani".

Anche Stefano Tonetti, sindaco di Candia Lomellina, si dice molto perplesso. "Ci adegueremo alle direttive ministeriali – ha spiegato all’uscita dall’incontro – ma il nostro animo non sarà favorevole: questo è un tipo di accoglienza che non condividiamo".
Nei giorni scorsi il piccolo paese di Cozzo, che ospita già 18 profughi, aveva mobilitato l’ufficio tecnico per accertare lo stato dei due immobili gestiti dalla cooperativa Omnibus. "Ho riferito – ha ricordato ieri Marta Manera, sindaco di Cozzo – che desta preoccupazione il fatto che i migranti sono ospitati in due immobili soggetti a verifica".

Nemmeno l’Oltrepo è disposto ad accogliere nuovi migranti. Il consiglio comunale di Godiasco-Salice Terme, paese che ospita già 22 profughi, aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno sul caso migranti. Secondo l’ordine del giorno, "un arrivo di altri migranti sul territorio comunale non appare sostenibile in termini di integrazione in un piccolo comune ubicato in zona economicamente depressa".

Anche ieri Godiasco ha espresso "la più ferma contrarietà a ulteriori trasferimenti di profughi nel territorio di competenza".

Come reagiranno all'arrivo ormai confermato di nuovi immigrati? Rivolta sociale? Barricate? Vedremo cosa metteranno in atto.

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