Il "day after" di Maurizio Gasparri non è dei migliori. Ma lui, ormai, lo conosce bene il polverone che si alza ogni volta che una sua “uscita” (molto spesso infelice) non piace. Oggi si è scusato pubblicamente Parlamento per il tweet- gaffe che ha fatto letteralmente insorgere il popolo del web ("Vanessa e Greta, Sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo"). E in tantissimi sui social network hanno chiesto le dimissioni (come al solito) dalla vicepresidenza del Senato.
Eppure, proprio dove era avvenuto il “fattaccio”, su Twitter, è stato lanciato un hashtag in suo sostegno: "Anche la sua è libertà di parola #JeSuisGasparri". Un appello che ricalca, forse in modo troppo forzato, quello nato per esprimere solidarietà alle 12 vittime del massacro nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Ma c’è chi chiarisce senza mezzi termini: "Coloro che non amano @gasparripdl possono anche non seguirlo su Twitter. Ha fatto una domanda che in tanti si sono fatti. #JeSuisGasparri". E c’è anche chi esprime vicinanza a Gasparri: "Italia paese ipocrita e vergognoso! Peggio che in dittatura! Non c'è più libertà di chiedere! Solidarietà a @gasparripdl! #JeSuisGasparri".
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