"Sparavo str... come la Meloni". Fedez "sbrocca" con la leader Fdi

L'artista commenta il caso della sua vecchia canzone contro i carabinieri. "Avevo 18 anni, oggi non rispecchia il mio pensiero". Poi parte all'attacco della Meloni

"Sparavo str... come la Meloni". Fedez "sbrocca" con la leader Fdi

A chiedere semplicemente scusa Fedez sembra non riuscirci. Un po' come accadeva a Fonzie. Così, per prendere le distanze da alcune sue vecchie affermazioni (meglio tardi che mai), il rapper milanese ha voluto chiamare in causa i patrioti italiani, la Meloni, Mussolini, le elezioni. In una serie di storie pubblicate su Instagram, il cantante è intervenuto per commentare le reazioni alla richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Milano rispetto a una denuncia nei suoi confronti. Per farlo, però, non ha risparmiato toni decisamente polemici.

Il caso, lo ricordiamo, era scaturito dalle parole di un vecchio brano nel quale l'artista lombardo apostrofava i militari e i carabinieri come "infami e figli di cane". Sulla vicenda, Fedez ha spiegato: "Un'associazione di ex carabinieri mi ha denunciato per vilipendio all'Arma e sono inc... neri perché è stata chiesta l'assoluzione (in realtà l'archiviazione, ndr), con titoloni sui giornali dove la semplificazione la fa da padrona. E tutti sono indignati, specialmente i patrioti italiani. Ma le cose sono più complesse di così...". Il cantante poi si è dissociato da quella sua vecchia canzone - cosa buona e giusta - sferzando chi lo aveva denunciato.

"La canzone l'ho scritta quando avevo 18 anni e oggi ne ho 33: il tempismo di questa associazione di ex carabinieri arriva con 15 anni di ritardo... Questa è una delle motivazioni per cui è stata chiesta la mia assoluzione. Canzone che oggi non rispecchia il mio pensiero. Ma se dovessero mai condannarmi sarebbe un guaio con tutti i pubblici uffici intasati dai testi dei rapper che più o meno, nel bene o nel male, da giovani o meno, dicono le medesime cose: il mio non era neanche un testo così originale...", ha proseguito Fedez sul suo profilo Instagram. La precisazione del cantante si sarebbe potuta interrompere qui: il suo punto di vista e al contempo il suo fastidio si erano colti a sufficienza.

Invece l'interemerata del marito di Chiara Ferragni è proseguita, stavolta virando sulla politica. "Non biasimo chi si indigna, trovo inutili questi procedimenti giudiziari che finiscono nel nulla e creano indignazione solo a chi ha la bandierina italiana sul profilo di Twitter. Abbassate le aspettative, ragazzi! Viviamo in Italia e chi ricoprirà alte cariche di governo nel futuro brevissimo potrebbe essere Giorgia Meloni, che a 18 anni non diceva cose più intelligenti dalle trincee del Msi. Diceva che Mussolini ha fatto anche cose buone", ha attaccato Fedez, aggiungendo poi: "Se potete accettare le sue dichiarazioni, potete accettare anche che io a 18 anni sparavo stronzate. E io non ricoprirò nessun ruolo istituzionale in questo Paese, per fortuna per voi...".

Forse, dopo che pure Chiara Ferragni si era lanciata in un attacco alla leader di Fratelli d'Italia, il consorte non voleva essere da meno. E alla fine non è mancato un grande classico: la bacchettata alla stampa.

"Poi, un giorno, magari qualcuno mi spiegherà perché in questo Paese il giornalismo italiano si soffermi su testi impolverati di artisti sollevando indignazioni come se fossero stati scritti l'altro ieri, ma se un artista evade il fisco per 9 milioni di euro nessuno scrive una riga: Fantastico: due pesi e due misure!", ha concluso Fedez, con quel riferimento sibillino riconducibile probabilmente al caso di Tiziano Ferro.

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