Di mettere la parola fine su quella storia, proprio non ne voleva sapere. Lui, un imperiese di 48 anni, aveva continuato a perseguitare l’ex fidanzata, giunta a un livello di esasperazione tale, da rivolgersi alla polizia. Agli agenti ha raccontato che l’ex fidanzato, conosciuto anni prima ad una cena tra amici, e con il quale era andata a convivere, aveva iniziato a perseguitarla, in preda a una immotivata gelosia.
Iniziano così gli appostamenti fuori dal luogo di lavoro, con il quarantottenne sempre pronto a montare su tutte le furie, se la vedeva parlare o scherzare con qualche collega; ma bastava soltanto un saluto col sorriso per innescare il fuoco della gelosia. Senza contare le tante telefonate origliate, per arrivare a WhatsApp il noto software di messaggistica in uso sugli smartphone.
L’ex compagno aveva iniziato a spiare le sue conversazioni, cercando di trovare conferma alle proprie paure e anche in questo caso bastava una “faccina” (emoticon) sospetta, per alimentare una scenata o per far volare il telefonino. Alla fine i poliziotti lo hanno ammonito, spiegandogli, che si tratta del passo antecedente alla denuncia per stalking, reato che prevede una condanna dai 6 mesi ai 4 anni di reclusione e che può comportare l’arresto.
Era proprio a fronte di questo suo carattere ossessivo, che la donna aveva deciso di lasciarlo e tornare a vivere con la madre.
“L’ammonimento - spiega il questore di Imperia, Cesare Capocasa - ha un valore preventivo, avendo come scopo principale, quello di redarguire la persona”. Quella di Imperia risulta una delle province italiane con il maggior numero di reati di violenza sulle donne: dai maltrattamenti, allo stalking, alla violenza sessuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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