Sgomento, incredulità, dolore: sono le emozioni che la notizia del suicidio di Giuseppe De Donno ha portato con sé.
È stato reso noto nella serata di ieri che il medico che ha sostenuto e promosso la cura del plasma iperimmune contro il Covid-19 si era suicidato nella sua casa di Eremo, frazione di Curtatone in provincia di Mantova. La sua storia professionale aveva colpito l’immaginario collettivo, insieme con l’ostracismo che gli era stato opposto da parte della comunità scientifica: per questa ragione sui social network molti gridano all’istigazione al suicidio o addirittura all’omicidio.
“Mi dispiace tanto. Molti sacrifici per la sua cura, una persona seria e onesta. Qualcosa c'è sotto. Induzione al suicidio. Ci sono tante serpi in giro... scomodo al sistema”, scrive un uomo su Facebook. “Si sarà sentito stritolato da quel sistema clientelare, che mette sul piedistallo gli amici, e rende la vita difficile, se non addirittura impossibile, a chi ha l'onestà intellettuale e osa non piegarsi davanti ai diktat dei poteri forti - scrive un’altra utente - In questa Italietta, oggi più che mai, se non condividi il pensiero unico dominante, i meriti non valgono più nulla”.
L’incredulità la fa da padrone: non sono ancora note le ragioni del gesto di De Donno, ma in molti hanno ipotizzato che il medico, ex primario al “Carlo Poma” di Mantova e da qualche giorno medico di base a Porto Mantovano, fosse affranto dal dolore di vedere rigettata dalla medicina ufficiale la sua cura per la cui sperimentazione aveva combattuto strenuamente.
“Non ci credo che sia suicidio… se non c'è un motivo… spero che venga la verità… non ci crederò mai… grazie di tutto cuore di quello che hai fatto per noi”, recita un altro commento. E queste parole non vengono necessariamente da sostenitori del medico, ma anche da altre persone che guardavano con curiosità e ammirazione il lavoro di De Donno. Finché qualcuno azzarda: “Per me lo hanno fatto passare per suicidio (e non è la prima volta) qualcuno l’ha voluto togliere di torno, girano interessi miliardari sui vaccini e lui aveva trovato la cura efficace che disturbava le case farmaceutiche”.
Quel che è certo è che Giuseppe De Donno, benché la terapia con il plasma iperimmune sia stata osteggiata, godeva di un grande affetto da parte delle persone comuni. Da nord a sud Italia erano tantissimi i suoi estimatori, alcuni dei quali testimoniavano personalmente la bontà dei suoi studi.
Il cordoglio è particolarmente sentito nella zona in cui era stato primario, vincitore di concorso, la “sua” Mantova che aveva lasciato, oltre che il Salento, Maglie, la città in cui si era diplomato al liceo classico, Morigino, la frazione che gli aveva dato i natali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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