Tav, rissa tv tra Mulè e Licheri, Centinaio: "Convinceremo i 5S"

Autonomia, regioni di serie A e serie B? Si per il 43% ma per il 64% del popolo cinque stelle, Salvini non sta fruendo di concessioni grilline

Tav, rissa tv tra Mulè e Licheri, Centinaio: "Convinceremo i 5S"

Sulla Tav la Lega del ministro dell’Agricoltura e del Turismo tira dritto: "Stiamo convincendo chi governa con noi che la Tav serve", ha detto Gian Marco Centinaio,"Conte ci dia informazioni sul progetto è assurdo che ci voglia più tempo per andare da Milano a Matera rispetto al Milano-New York". E scoppia la rissa all’interno della trasmissione Agorà di Rai Tre. Scoppia appena esce di scena il responsabile del dicastero ed entrano in studio il portavoce dei parlamentari azzurri e lo stellato senatore sardo Ettore Licheri.

Se la Tav rappresenta il nuovo scoglio di trattative ancor prima il sondaggio di Masia, sui pastori sardi, premia la momentanea “domiciliazione” sull’isola di Salvini. Per il 54% degli italiani è giusto che lo Stato intervenga affinché il prezzo del latte sia aumentato come richiedono i pastori sardi. Ma non sarà che anche su questa battaglia i Cinque Stelle Stelle stiano concedendo troppo ai leghisti? I pentastellati continuano a non dare la colpa ai salviniani perché, alla domanda: lei pensa che il Movimento stia concedendo troppo all’alleato, il 64% dice no contro un 35 ma, sul cavallo di battaglia delle autonomie regionali, il 43% degli italiani ritiene che si possano generare regioni di serie A e regioni di serie B e, mentre questa convinzione è avvertita solo dal 26% degli elettori della Lega, la preoccupazione su questo punto è ancor maggiore per gli italiani grillini che per quelli che votano addirittura Pd. Infatti il rischio di regioni a due velocità è avvertito dal 69% dei primi, rispetto al 40% dei democratici. Se non lo è per il 31% degli italiani (un rischio di territori da serie A e serie B), la percentuale che più deve far riflettere è la non conoscenza: infatti il 25% dichiara di non esser ben informato.

Le scintille arrivano quando si riapre la questione valico Torino-Lione. In studio Giorgio Mulè e Licheri. L’azzurro parla di pantomima per aver perso otto mesi in attesa dell’analisi costi/benefici che, in quanto deficitaria, doveva chiudere la discussione in favore della sbagliata posizione cinque stelle ma ora, paradossalmente, si ridiscute senza avere il coraggio di dire no alla Lega. Insorge il grillino, Licheri, perché non è stata fatta prima? “è sul tavolo da trent’anni ed è passata anche sotto il naso di Berlusconi e non rappresenta una rivoluzione visto che velocizza il trasporto di soli 30 minuti” e scoppia il caos. “Non è vero, Berlusconi non c’entra niente dite falsità sia sul fatto che i lavori non siano iniziati, sia sulla rapidità del trasporto che inciderà, in positivo, non di 30 minuti ma di ben un’ora e 40”, si parlano sopra ed il famoso campanello di stop, della conduttrice Bortone, suona in vano. Se tutti si preoccupano, chi per un motivo chi per un altro, dei domiciliari dei genitori di Matteo Renzi, gli italiani hanno le idee chiare e tornano giustizialisti sulla valutazione dell’ex premier, ma garantisti per il non processo per l’altro Matteo.

Il 60% dice no alla valutazione del fiorentino, secondo il quale “se non avesse fatto politica non avrebbero subito i domiciliari”, contro un 32% che convalida la tesi di Renzi. Rispetto al salvataggio cinque stelle del nordista Matteo proprio i grillini non ritengono, per il 60%, che sia stato un tradimento dei principi contro il 33 che dice di sì.

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