Ecco qual è il paese più videosorvegliato d'Italia

Solesino è un comune della Bassa Padovana di appena 7mila abitanti. Ma qui 150 telecamere, 15 varchi e poliziotti dotati di Glock, giubbotto antiproiettile e fuoristrada per gli inseguimenti

Ecco qual è il paese più videosorvegliato d'Italia

Se vi capita di andare a Solesino, un comune della Bassa Padovana, anche se geograficamente più vicino a Rovigo, attenti, è il comune più videosorvegliato d’Italia. Ma attenti a definirlo orwelliano. Centocinquanta telecamere, 15 varchi di lettura targhe, vigili dotati di: Glock, (pistola a canna lunga che a vederla sembra una mitraglietta), giubbotto antiproiettile e per gli inseguimenti, qualora ce ne fosse bisogno, un’Alfa Stelvio.

"Non è un Grande Fratello - specifica il sindaco Elvy Bentani al Giornale.it - ma un modo per mettere in sicurezza il paese e per far sentire i cittadini più sicuri". Un progetto dal costo di 2 milioni e 560 mila euro, che manda il comune in cima anche alla top ten europea, secondo solo a Londra che vanta il record mondiale di una telecamera ogni 21 abitanti. Uno studio di un sito specializzato nel settore, nel 2017, parlava addirittura di una telecamera ogni 14 persone. Eppure gli inglesi si fanno abbastanza gli affari loro. Cosa che non sono in grado di fare gli italiani. Le prime dieci metropoli al mondo per numero di telecamere sono cinesi. Chongqing ne ha 2 milioni e 600 mila con 168,03 telecamere ogni 1.000 abitanti.

A Solesino invece, 7 mila abitanti per 10 chilometri quadrati, così facendo si avrà una telecamera ogni 46 abitanti. Basti solo pensare che la città di Padova ha 800 telecamere per 260 mila persone.

Un progetto quello del sindaco di Solesino, Elvy Bentani, 46 anni, lista civica di centro destra, approvato dal consiglio comunale mercoledì 28 luglio 2021, e cosa curiosa attaccato proprio da chi la sicurezza l’ha sempre issata sulla propria bandiera.

L’ex candidata con Fratelli d'Italia alle ultime elezioni regionali Luana Levis, colei che su un volantino aveva scritto "Non un jeans da indossare...ma una donna da votare", scrive su Facebook: "Grande Fratello a Solesino. Polizia municipale preparata per andare in guerra. Io ed il mio partito siamo sempre stati d'accordo nel mettere in sicurezza un territorio, nel controllo e nell'installazione di telecamere spesso deterrenti per eventuali malviventi, l'esagerazione mi fa pensare che questa amministrazione stia facendo della sicurezza uno spettacolo da esibire. La Polizia municipale pronta per una guerra in un territorio dove gravi crimini non esistono.. e i reati soliti che avvengono in tutti i paesi sono pure diminuiti negli ultimi periodi. Mi viene in mente che forse c'è qualcosa che non va, ma non nei solesinesi costretti a subire tra poco la privazione della loro libertà".

Quello che il sindaco vuole fare, spiega, "è garantire la libertà a tutti i cittadini e far sì che le forze dell’ordine lavorino in sicurezza. La Levis fino a un anno fa era un mio assessore, ora c’è quel gioco che se lo fa la maggioranza va bene, se sono all’opposizione no. Sono attacchi strumentali. Se negli ultimi anni il popolo ha perso fiducia nella politica è proprio perché i politici promettono in campagna elettorale e poi non fanno”.

Una storia vecchia quella delle promesse in campagna elettorale con politici che si fanno vivi solo quando è il momento di andare a caccia di voti.

“Spesso - incalza il sindaco - si punta il dito perché non si è investito nella sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, poi quando accadono le tragedie, accadono. Oggi se i nostri vigili vanno fuori in servizio, rischiano veramente. Cosa facciamo? Difendiamo i criminali? Io ci tengo a difendere i miei cittadini e i miei uomini e le mie donne in divisa”.

E quindi a Solesino vigili dotati di una Glock a canna lunga, un’arma simile a una mitraglietta, giubbotti antiproiettile e per eventuali inseguimenti un'Alfa Stelvio comprata grazie a un contributo regionale per l'acquisto di veicoli per la polizia locale. Oltre a un’assicurazione collettiva a tutti i cittadini per i furti.

“Io non sono un sindaco sceriffo. Anzi non ho nemmeno fatto il militare e sono contro la caccia. Non so nemmeno come si usa un’arma. Ma chi per professione fa il delinquente non può sempre farla franca. Con il sistema di video sorveglianza non andiamo a controllare e intaccare la privacy dei cittadini, se uno si comporta bene, se uno non rovina il patrimonio pubblico, se uno non delinque non succede niente. Con le telecamere controlliamo i malintenzionati, leggiamo le targhe che riveleranno quelle prive di assicurazione e revisione. E poi altra cosa fondamentale teniamo sotto controllo i furbetti dei rifiuti. Sa quanti da altri comuni vengono a gettare le immondizie qui? C’è un abbandono costante.

La gente butta di tutto. Idem per gli incidenti. A volte accadono incidenti, si cercano testimoni e puntualmente le telecamere non ci sono o non funzionano. Perché dobbiamo renderci conto delle cose sempre troppo tardi?”.

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