Temperature siberiane a scuola, ondata di proteste negli istituti romani

Termosifoni spenti e caldaie fuori uso: in molte scuole romane la colonnina di mercurio è scesa sotto i limiti di legge. E nella Capitale si moltiplicano le proteste di alunni e genitori

Temperature siberiane a scuola, ondata di proteste negli istituti romani

Il rientro dalle vacanze è stato all’insegna del gelo per molti studenti romani. Nella Capitale, infatti, una scuola su quattro ha problemi più o meno gravi con il riscaldamento (guarda il video).

Una stima, questa, che sarebbe addirittura “al ribasso” per il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio, Mario Rusconi. Ecco perché gli studenti di diversi licei di Roma sono scesi in strada a protestare. “Ieri la temperatura - ci racconta Claudio D’Ortenzi, rappresentante degli studenti al liceo Plinio, che è andato a sbattere i piedi nell’ufficio di presidenza ottenendo l’uscita anticipata per tutti - era inferiore a quella minima prevista dalla legge per i mesi invernali, che si aggira attorno ai 18/20 gradi”. Il motto è: “Al Plinio Seniore de freddo se more”.

Situazione identica al liceo Tacito dove centinaia di ragazzi hanno bloccato il traffico nel quartiere Prati, mentre al Ruiz, in zona Eur, in tantissimi hanno disertato le aule ghiacciate. La protesta contro le caldaie rotte è divampata anche al liceo Caravaggio di Fonte Meravigliosa e striscioni contro il gelo sono stati affissi questa mattina anche al liceo Montessori, al Trieste Salario. Anche in alcune aule del liceo Newton la colonnina di mercurio non supera i dieci gradi. Soltanto un grado in più rispetto alla temperatura esterna per colpa di alcuni termosifoni fuori uso. “E i pochi che funzionano non riscaldano a sufficienza perché – ci spiega il professore d’inglese, Roberto Ingravalle – vengono accesi soltanto dieci minuti prima dell’entrata e spenti a mezzogiorno”. Fare lezione è impossibile, conferma Daniele Civitelli, rappresentante degli studenti. Lo incontriamo nell’aula professori, dove i docenti correggono i compiti avvolti nei loro paltò e in caldi sciarponi di lana. “La verità è che qui si battono i denti, anche se Città Metropolitana, quando abbiamo descritto sui social network la condizione delle nostre aule, ci ha risposto che il problema è circoscritto a non più di tre scuole a Roma”, denuncia il ragazzo.

“È il Campidoglio che dovrebbe intervenire, noi non possiamo fare altro che segnalare, ma spesso le segnalazioni cadono nel vuoto e ci troviamo a non poter garantire il servizio pubblico”, incalza Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Anp Roma, che lo scorso 7 gennaio è stata costretta a chiedere ai genitori dei ragazzi dell'istituto comprensivo che dirige di venirli a prendere perché le aule erano impraticabili. Ma a patire il freddo non sono solo gli studenti medi. I genitori dei piccoli alunni della scuola elementare dell’infanzia De Gasperi, nel quartiere Talenti, ad esempio, martedì scorso hanno deciso di carabinieri. “Da novembre i bambini sono senza termosifoni per colpa delle caldaie rotte e in molti si sono ammalati”, ci spiega una mamma. Il Municipio, intervenuto dopo la segnalazione delle forze dell’ordine, ha promesso di trovare al più presto soluzioni alternative. “Nel frattempo le classi sono state accorpate e i bambini della materna sono costretti a fare lezione ammassati in cinquanta in un’aula”, denuncia Giordana Petrella, consigliere del III Municipio, di Fratelli d'Italia.

“Questo tipo di interventi andrebbero fatti nel periodo estivo, quando i bambini sono in vacanza, e non quando le temperature scendono sotto lo zero”, denuncia la preside della scuola elementare finita nell’occhio del ciclone, Annalisa Ravà, che ci conferma come un altro istituto della zona si trovi nella stessa situazione. “Continuano ad arrivarci segnalazioni da docenti e genitori che parlano di bimbi e ragazzi costretti ad assistere alle lezioni con il piumino”, spiega Rusconi. Le proteste degli studenti, quindi, sono destinate a proseguire almeno finché la situazione non verrà risolta. Secondo un sondaggio di Skuola.net, in Italia, almeno quattro liceali su dieci avrebbero patito il freddo al rientro dalle vacanze di Natale. E nonostante la scia di proteste il paradosso vuole che, a Roma, le cose vadano meglio che in altre città.

Al Sud, infatti, sono più della metà gli istituti con i riscaldamenti che funzionano a singhiozzo o con i caloriferi accesi soltanto per poche ore al giorno. D’altronde i dati del Miur sono lapidari: quasi la metà delle scuole italiane ancora non possiede un sistema per la riduzione dei consumi energetici.

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