False relazioni, disegni "artefatti attraverso la mirata aggiunta di connotazioni sessuali", terapeuti travestiti da cattivi delle fiabe, regali nascosti e scosse elettriche. Così, gli psicoterapeuti e gli assistenti sociali manipolavano la mente dei bambini su cui il giudice avrebbe dovuto decidere se strapparli o meno alle loro famiglie di origine.
L'inchiesta dei carabinieri, che questa mattina ha portato all'arresto di 18 persone e all'inserimento di un'altra decina nel registro degli indagati, racconta un quadro raccapricciante, fatto di "ingannevoli attività", messe in piedi per allontanare i piccoli dalle loro famiglie. Tra gli stratagemmi usati da medici, psicologi e assistenti sociali della onlus torinese implicata, anche quello di travestirsi da personaggi malvagi delle fiabe, "in rappresentanza dei genitori intenti a fargli del male".
Inoltre, per anni, i servizi sociali hanno evitato di "consegnare ai bambini lettere e regali dati dai genitori naturali", accatastate in un magazzino e scoperte dai carabinieri.
Tutte tecniche che, insieme ai lavaggi del cervello e alle torture con elettrodi e scosse, servivano per alterare i ricordi dei bambini e far emergere una realtà falsata.
In questo modo, facevano credere ai bambini di aver subito abusi nelle famiglie di origine. In questo modo, il giudice decideva spesso per l'affidamento dei minori, che venivano affidati ad amici o conoscenti delle persone implicate nel giro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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