Terremoto, allerta in Emilia La liquefazione delle sabbie è allo studio dei geologi

La task force sta mappando il territorio tra Modena e Ferrara: la liquefazione delle sabbie ha provocato numerose crepe alle case costruite su dossi

Terremoto, allerta in Emilia La liquefazione delle sabbie è allo studio dei geologi

Un nuovo allarme terrorizza l'Emilia a una settimana dal tragico terremoto che è costato la vita a sette persone: la liquefazione delle sabbie. Una task force di geologi sta mappando il territorio tra Modena e Ferrara dopo la scoperta di un fenomeno nuovo per la zona che ha provocato numerose crepe alle case costruite suI dossi che si trovano nei vecchi alvei di fiumi, il più delle volte abitazioni vecchie in mattoni.

"La sabbia liquefatta è fuoriuscita dalle crepe di cantine e giardini di molte case; ora la sabbia è più compatta di prima ma c’è massima attenzione da parte dei geologi perchè nel caso in cui dovesse verificarsi un nuovo sisma di quella intensità il fenomeno potrebbe riacutizzarsi", ha spiegato all’Adnkronos Paride Antolini, consigliere nazionale dei geologi che sta seguendo tutte le fasi dei sopralluoghi in Romagna. In sostanza il fenomeno è noto agli esperti ma è stato osservato e studiato nei terremoti giapponesi di 7-8 gradi della scala Richter. Di qui l’interesse della comunità scientifica a cartografare le zone con indici di pericolosità. Da martedi scorso proseguono, intanto, i sopralluoghi dei geologi volontari: il fenomeno è stato individuato e mappato punto per punto, casa per casa; sono stati raccolti campioni di terreno e sono stati analizzati i fluidi presenti nei pozzi.

Squadre di geologi volontari stanno rilevando gli effetti derivanti dai fenomeni sismici e cosismici che hanno interessato la provincia di Rovigo. "Anche se il territorio veneto - ha affermato Roberto Cavazzana, vice presidente Ordine Geologi del Veneto - è stato colpito in modo meno grave rispetto a quelli limitrofi delle Province di Ferrara e Modena è molto importante verificare gli effetti dello scuotimento sismico registrato anche nei Comuni dell’Alto e Medio Polesine, considerati a basso rischio sismico prima del terremoto del 20 maggio scorso".

Particolare attenzione sarà data all’individuazione di effetti locali particolarmente pericolosi, quali la liquefazione di strati sabbiosi saturi ed espulsione di acqua dal sottosuolo, dissesti a rilevati arginali e stradali, rilievo di cedimenti e rifluimenti del terreno che hanno interessato gli apparati fondali di edifici e capannoni.

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