La testimonianza del fratellino di Yara: "Quello non è il suo corpo"

Due anni dopo la morte di Yara Gambirasio, uno dei suoi due fratellini venne ascoltato dagli inquirenti. Ecco le sue parole

La testimonianza del fratellino di Yara: "Quello non è il suo corpo"

Due anni dopo la morte di Yara Gambirasio, uno dei suoi due fratellini venne ascoltato dagli inquirenti. Solo adesso, 5 anni dopo, il settimanale Giallo pubblica alcuni stralci di quel colloquio tra il bambino e gli investigatori. Il piccolo non accettava la morte della sorella e così le sue parole davanti agli inquirenti sono state cariche di dolore: "Non penso che quello sia il corpo di Yara, chiunque può avere gli stessi vestiti. Una volta l'ho sognata al mare, mi aveva detto che l'avevano rapita ma io l'avevo vista contenta". Poi durante il colloquio il fratellino della 13enne uccisa a Brembate aveva rivelato un altro episodio: "Yara mi aveva raccontato che tornando a piedi dalla palestra si era scontrata con un uomo. Lei aveva chiesto scusa e lui le aveva detto: 'Stai più attenta, ragazzina'. Era rimasta un po' sorpresa, mi aveva raccontato anche che quest'uomo la seguiva in via Morlotti con una macchina grigia e un po' lunga, e la guardava male. Sono rimasto stupito che qualcuno potesse guardarla male, forse quell'uomo era ancora arrabbiato per quella volta che si sono scontrati". Una testimonianza forte quella del bambino.

E insieme alle sue parole emergono adesso anche quelle della cuginetta Nicole: "Eravamo amiche, la sera prima che sparisse ci siamo scambiate una ventina di sms. In quei tempi Yara aveva cominciato un po' a truccarsi, ma era ancora una bambina, allegra e piena di vita. Penso che Dio sceglie di avere accanto i più bravi o quelli troppo perfetti per stare al mondo".

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