Sembra confermato il movente economico per il padre di Trento che lunedì scorso ha ucciso a martellate i figli di 2 e 4 anni per poi togliersi la vita gettandosi in un dirupo.
Il 44enne era rimasto solo a casa con i piccoli come tutte le mattine. La moglie Sara, veterinaria e venditrice di farmaci per animali, era uscita presto per recarsi al lavoro. Gabriele Sorrentino, che aveva lasciato l'Arma per intraprendere la carriera di broker finanziario a cui si era appassionato, avrebbe dovuto prepare i due figli più piccoli, Alberto e Marco, di 4 e 2 anni e mezzo, per la scuola materna. Poi il nonno, come tutte le mattine, sarebbe passato a prenderli per portare il più grande all'asilo.
I messaggi
Invece quella mattina Gabriele ha scritto al padre che i bambini non sarebbeo andati a scuola: "Non hanno dormito bene, non passare da casa". Sempre via sms l'uomo ha detto che avrebbe accompagnto lui Alberto e Marco dalla nonna verso le 10. Ma i bambini non sono mai arrivati. Invece, le telecamere di sicurezza mostrano Sorrentino uscire con l'auto a quell'ora, da solo. Alle 10.15 il suo cellulare viene agganciato da una cella di Sardagna. Alle 12 aveva un appuntamento con la moglie dal notaio. "Stai tranquilla" le ha scritto nell'ultimo sms, poi si è buttato dalla terrazza panoramica ed è morto dopo un volo di oltre 150 metri sulle rocce dello strapiombo.
Il massacro
Secondo le prime ricostruzioni, quindi, l'omicidio dei fgli sarebbe avvenuto nel lasso di tempo tra le 7, ora in cui è uscita la moglie, e le 10. Sorrentino ha colpito i bimbi con cinque martellate: una inferta al più piccolo, le altre quattro sul maggiore. Un primo esame conferma che la morte dei fratellini sarebbe stata causata dallo sfondamento della teca cranica con un martello. Prima di uscire di casa con l’intenzione di togliersi la vita, il padre ha coperto i corpi dei figli con due lenzuola e ha chiuso la porta a chiave.
Il movente economico
Secondo le ultime ricostruzioni Gabriele Sorrentino, l'ex maresciallo dei carabinieri diventato broker, aveva perso i propri risparmi, quelli dei suoceri e di una ventina di clienti per un totale di un milione e 100 mila euro. In poco tempo, a causa di investimenti sbagliati ha bruciato circa trecento mila euro ricevuti dai suoceri, quasi cinquecento mila provenienti dalla vendita della casa in cui sino al 2015 aveva abitato nella vicina Mezzocorona, e quattrocentomila euro affidati da una ventina di clienti, tra amici e conoscenti ai quali aveva promesso un premio attorno al tre per cento.
Le bugie
Eppure, scrive il Corriere della Sera, la famiglia Sorrentino manteneva un tenore di vita di gran lunga superiore quello che si poteva permettere: un attico lussuoso alle Albere, il quartiere signorile di Trento progettato dall'archittetto Renzo Piano, il suv Volvo Xc90 dal prezzo di listino di 53 mila euro e accessoriatissimo, gli elettrodomestici presi a rate che da tempo non pagava più assieme alle bollette Enel e Telecom.
Gabriele aveva tenuto nascosto ai genitori e alla moglie il tracollo finanziario. Il giorno prima del duplice infanticidio e suicidio dell'uomo, si era fatto prestare dal padre 100 euro per pagare la benzina dell'auto. Davanti ai dubbi dei prenti il broker veva mostrato loro dei fogli stampati dal computer che illustravano inesistenti accrediti in arrivo per un totale di 15 milioni di dollari.
L'incontro con il notaio
A far detonare la tragedia è stato l'appuntamento fissato con il notaio, proprio lunedì mattina, per rogitare l'acquisto di una casa di 240 metri quadri su due piani, attico incluso. L'incontro, infatti, avrebbe portato alla luce tutte le bugie accumulate in quei mesi: l’ex militare aveva smesso da tempo di pagare le onerose rate da 5 mila euro mensili dell'affitto con riscatto, al termine del quale avrebbe acquistato la casa versando circa un milione di euro.
Un impegno a cui Sorrentino non avrebbe mai potuto far fronte. Non solo non aveva un milione di euro, ma era rimasto indietro di 36 mila euro di rate non versate, tanto che aveva ricevuto l’avviso di sfratto dalla società proprietaria del complesso immobiliare.
Non vedendolo arrivare, la moglie Sara, che insieme ai genitori e al suocero lo aspettava dal notaio, lo ha chiamato più volte, senza ottenere risposta. Tornata a casa ha fatto la terribile scoperta.
La chiamata al 113, la ricerca del padre, la scoperta del suicidio e infine il difficile compito di chiamare la figlia maggiore adolescente, in gita con la scuola, per dirle che il papà ha ucciso i suoi fratellini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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